Canon EOS M200

Canon EOS M200

La Canon EOS M200 è una fotocamera mirrorless digitale compatta con sensore APS-C. Prodotta dal 2019 al 2022.

È pensata per principianti e appassionati che desiderano un dispositivo semplice, leggero e versatile per la fotografia e i video. È ideale per chi vuole passare da uno smartphone a una fotocamera più performante senza complicazioni tecniche.

Ha un sensore CMOS in formato APS-C (22,3x15mm) con fattore di crop di 1.6x da 24 MegaPixel.

Il sensore è affiancato da un processore di immagine DIGIC 8, che consente prestazioni decenti in termini di autofocus e elaborazione delle immagini.

Il sistema della messa a fuoco automatica, della Canon EOS M200, Dual Pixel CMOS sistema AF fornisce un autofocus rapido e preciso con rilevamento degli occhi. Tuttavia, è più limitato rispetto ai modelli di fascia più alta della serie R di Canon. Ha il supporto per il tracciamento degli occhi, viso e soggetti, rendendolo uno strumento potente sua per la fotografia che per il video.

Il corpo macchina è compatto e leggero, rendendolo molto facile da trasportare ed ergonomico.

La Canon EOS M200, come le sorelle della famiglia EOS M, ha il supporto per gli obiettivi Canon EF-M progettati e creati proprio per questa tipologia di fotocamere mirrorless più economiche e compatte.

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Caratteristiche:
Sensore: CMOS APS-C (22,3x15mm fattore di crop di 1.6x) 24 MegaPixel
Sensibilità ISO: da 100 a 12800 (espandibile fino a 25600)
Formati file: JPEG – RAW
Velocità di scatto: da 30sec a 1/4000
Registrazione Video fino a 4k 3840x2160p a 24 FPS
Flash incorporato Pop-Up
Connettività Wi-Fi
Schermo da 3 pollici articolato e touchscreen orientabile di 180°
Mirino elettronico con copertura del 100%
Memoria 1 slot SD – SDHC – SDXC (UHS-I)
Batteria ricaricabile agli ioni di litio Canon LP-E12
Dimensioni: (LxAxP): 108x67x35mm – Peso: 299g

Canon EOS M200 con obiettivo Canon EF.M 15-45mm f3.5 - 6.3

con flash aperto e obiettivo Canon EF-M 15-45mm f3.5-6.3

Canon EOS M200 vista 45 gradi con obiettivo Canon EF-M 15-45mm f3.5 - 6.3

con obiettivo Canon EF-M 55-200mm 4.5 - 5.6

Canon EOS M200 bianca con obiettivo canon EF-M 15-45mm f3.5 - 6.3

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Sebastiao Salgado

Sebastiao Salgado

Sebastiao Salgado nasce l’8 Febbraio 1944 in Brasile a Aimorés (un comune nello stato del Minas Gerais).

È un rinomato fotografo e fotoreporter brasiliano, celebrato per la sua suggestiva fotografia in bianco e nero che spesso documenta la lotta umana, le questioni ambientali e la bellezza del mondo naturale.

Sebastiao Salgado si è inizialmente formato come economista prima di passare alla fotografia nei primi anni ’70. Il suo lavoro è profondamente umanistico, mostrando la dignità delle persone e la fragilità del pianeta.

Le sue immagini in bianco e nero spesso presentano contrasti e trame drammatici, sottolineando le emozioni e la narrazione. La sua capacità di catturare l’umanità nei suoi soggetti – sia individui o interi ecosistemi – questo gli ha fatto guadagnare consensi globali.

Oltre alla sua fotografia, Sebastiao Salgado è un sostenitore dell’ambiente. Lui e sua moglie, Lélia Wanick Salgado, hanno co-fondato l’Instituto Terra, un progetto di riforestazione in Brasile che ha contribuito a ripristinare parti della foresta atlantica.

Salgado ha ricevuto numerosi premi, tra cui la Medaglia del Centenario della Royal Photographic Society e il titolo di Goodwill Ambassador dell’UNESCO. Il suo lavoro continua a ispirare conversazioni sulla giustizia sociale e sulla conservazione dell’ambiente.

Tra i numerosi progetti di Sebastiao Salgado ci sono:

I lavoratori (1993)
: Un omaggio ai lavoratori manuali di tutto il mondo, questa serie cattura le dure realtà e gli sforzi straordinari dei lavoratori in settori come l’estrazione mineraria, l’agricoltura e l’edilizia.

Sebastiao Salgado - i lavoratori 1993

Kwait 1991 spray chimico protegge un vigile del fuoco

Sebastiao Salgado - minatori

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I lavoratori 1993 gli spaccapietre

Sebastiao Salgado - I lavoratori 1993 India - il sale della terra

I lavoratori 1993IMG_7902-salgado-s-499

La-spiaggia-di-Vung-Tau-un-tempo-chiamata-Cap-Saint-Jacques-da-cui-è-salpata-la-maggior-parte-dei-boat-people-vietnamiti-Vietnam-meridionale-1995-©-Sebastião-Salgado-Contrasto

Le migrazioni (2000): 
Questo progetto esamina le migrazioni di massa causate dalla guerra, dalla povertà e dalle sfide ambientali, che ritraggono la vita degli sfollati con compassione e profondità.

Sebastiao Salgado - Amazonia

La-Churchgate-railway-station-Bombay-India-1995-©-Sebastião-Salgado-Contrasto

Sebastiao Salgado guerra

Migrazioni

La Genesi (2013): 
Una collezione monumentale che mostra paesaggi incontaminati, fauna selvatica e comunità che vivono in armonia con la natura, la Genesi è un invito a preservare la bellezza e la biodiversità del pianeta.

Genesi - popolazione indigena Amazonia

Sebastiao Salgado - Genesi 2013

fila di elefanti in migrazione

Sebastiao Salgado

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Nikon Z50

Nikon Z50

La Nikon Z50 è una fotocamera mirrorless digitale con sensore APS-C. In produzione dal 2019 al 2024.

La Nikon Z50 è una fotocamera progettata per creatori di contenuti, vlogger e appassionati che hanno bisogno di una fotocamera leggera e facile da usare con funzionalità video avanzate.

Ha un sensore CMOS in formato APS-C (23,5×15,7mm con fattore di crop 1,5x) da 20,9 MegaPixel.

La Nikon Z50 è equipaggiata da un processore di immagini, molto performante, che è il famoso EXPEED arrivato alla 6° generazione, che consente una elaborazione rapida, la riduzione del rumore e una ottima qualità dell’immagine sia nelle foto che nei video.

Il comportato video è ottimo e registra video a 4k (3840×2160) a 30p.

Il sistema di autofocus a rilevamento di fase a 209 punti di messa a fuoco con un sistema Eye-Detection AF (funzione disponibile anche con il video) ideale sia per esseri umani che animali, molto utile per foto di ritratti.

Mi ha colpito una cosa poco comune su fotocamere di questa fascia di mercato, cioè il corpo macchina in lega di magnesio e tropicalizzato così da poter tenere la macchina al riparo da intemperie e temperature estreme.

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Solo Corpo: https://amzn.to/4exDQyy

Corpo in kit con obiettivo 16-50mm VR: https://amzn.to/3YVnhqg

In kit con 2 obiettivi 6-50mm + 50-250mm VR: https://amzn.to/4eNiYUO

Caratteristiche:
Sensore: CMOS APS-C (23,5×15,7mm fattore di crop 1,5x) 20,9 MegaPixel
Sensibilità ISO: da 100 a 51200 (estendibili a 204800)
Formati file: JPEG – RAW
Velocità di scatto: da 30sec a 1/4000
Autofocus con 209 punti di messa a fuoco
Registrazione Video fino a 4k – 3840x2160p a 30 FPS
Flash non incorporato
Schermo da 3,2 pollici articolato
Mirino elettronico – Corpo macchina tropicalizzato
Memoria 1 slot SD – SDHC – SDXC (UHS-I)
Batteria ricaricabile agli ioni di litio Nikon EN-EL25
Dimensioni: (LxAxP): 127x94x60mm – Peso: 450g

Nikon Z50

con obiettivo Nikkor Z DX 16-50mm f3.5 - 6.3

Nikon Z50 con obiettivo Nikkor Z DX 6-50mm f3.5 - 6.3 e flash aperto

schermo da 3,2 pollici articolato

Nikon Z50 vista dall'alto con obiettivo Nikkon Z DX 16-50mm f3.5 - 6.3

Vista posteriore con schermo da 3.2 pollici articolato

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Canon EOS R6 Mark 2

Canon EOS R6 Mark 2

La Canon EOS R6 Mark 2 è una fotocamera mirrorless digitale professionale con sensore in formato Full Frame. Prodotta dal 2022 sorella maggiore della EOS R6.

Ha un sensore CMOS in formato Full Frame (36 x 24mm) da 24 MegaPixel.

Il processore di immagini è il DIGIC X che offre prestazioni veloci una eccellente qualità di immagine.

La R6 Mark 2 riesce a scattare fino a 40 scatti al secondo in formato RAW a raffica.

Sia per il costo che per il segmento di mercato a cui è orientata, la Canon EOS R6 Mark 2 ha il corpo in lega di magnesio interamente tropicalizzato e infatti il suo ambiente operativo può andare dai 0* ai -40° e con una percentuale di umidità del 85% o meno.

All’interno della fotocamera è presente anche una stabilizzazione dell’immagine a 5 assi che riesce ad arrivare fino a 8 stop di correzione.

La Canon EOS R6 Mark 2 è ideale per gli appassionati e i professionisti che hanno bisogno di un giusto compromesso tra alta qualità e prestazioni video avanzate. È particolarmente consigliata a coloro che fotografano soggetti in rapido movimento come la fauna selvatica, gli sport o l’azione perché una delle sue caratteristiche è l’alta velocità di scatto e il sistema di messa a fuoco automatico molto affidabile. Il comparto video la rende molto appetibile per i videomaker che cercano qualità video professionali.

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Solo corpo macchina: https://amzn.to/3UTbCXW

Corpo macchina in kit con 24-105mm: https://amzn.to/3US7ZkW

Caratteristiche:
Sensore: CMOS Full Frame (36x24mm) 24 MegaPixel
Sensibilità ISO: da 50 a 204800
Formati file: JPEG – RAW
Velocità di scatto: da 30sec a 1/16000
Registrazione Video fino a 4K – 3840x2160p a 60 FPS
Flash non incorporato
Schermo da 3,0 pollici articolato e touchscreen
Mirino elettronico
Memoria 2 slot per SD UHS-II
Batteria ricaricabile agli ioni di litio Canon LP-E6NH
Dimensioni: (LxAxP): 138x98x88mm – Peso: 670g

Canon EOS R6 Mark 2

con obiettivo Canon RF 14-35mm f4 L

Canon EOS R6 Mark 2 con obiettivo Canon RF 50mm f1.8

vista laterale con obiettivo Canon RF

Canon EOS R6 Mark 2 vista dall'alto

vista posteriore con schermo da 3 pollici articolato e touchscreen

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Gruppo f/64

Gruppo f/64

Il Gruppo f/64 è stato un collettivo fotografico fondato a San Francisco nel 1932, famoso per aver promosso un approccio innovativo alla fotografia negli Stati Uniti.

I membri di questo gruppo, tra cui figure come Ansel Adams, Edward Weston, Imogen Cunningham, Willard Van Dyke, e altri fotografi della West Coast, condividevano una filosofia visiva focalizzata sulla “pura fotografia”.

L’idea era di rappresentare il mondo in modo nitido e dettagliato, evitando manipolazioni eccessive e puntando su una messa a fuoco estrema e una chiarezza assoluta.

Il nome Gruppo f/64 fa riferimento all’apertura del diaframma, f/64, che permette una profondità di campo molto ampia e immagini estremamente nitide. Questa tecnica consentiva di ottenere un’immagine dettagliata in tutti i suoi elementi, in linea con il loro approccio di realismo diretto e onesto.

Il gruppo f/64 si opponeva allo stile pittorialista, che utilizzava tecniche manipolative per ottenere effetti più pittorici.

Le loro opere sono considerate fondamentali nella storia della fotografia moderna, contribuendo a definire il concetto di “fotografia diretta” o “straight photography”.

Gruppo f/64

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Nikon Z7

Nikon Z7

La Nikon Z7 è una fotocamera mirrorless digitale con sensore Full Frame di fascia alta. Prodotta dal 2018 al 2020.

Ha un sensore CMOS in formato Full Frame (36 x 24mm) da 45,7 MegaPixel.

La Nikon Z7 è equipaggiata da un processore di immagini, molto performante, che è il famoso EXPEED arrivato alla 6° generazione.

La Nikon Z7 non brilla particolarmente in velocità infatti arriva a 9fps in RAW.

Il comportato video ha una risoluzione che arriva a 4k a 60p.

Il sistema autofocus a rilevamento di fase a 493 punti, che copre il 90% dell’immagine sia orizzontalmente che verticalmente. Questo rende la Z7 eccellente per i soggetti in rapido movimento.

Troviamo anche una stabilizzazione di immagine 5 assi, che compensa il tremolio della fotocamera ed è un notevole aiuto a mano libera. Essendo un sistema integrato nel corpo macchina vuol dire che è utilizzabile con qualunque obiettivo si utilizzi.

Il corpo della Nikon Z7 è in lega di magnesio e tropicalizzato così da poter resistere alle peggiori situazioni ambientali e di temperatura.

La Nikon Z7 è ideale per i fotografi di paesaggio, ritratti e studio che hanno bisogno di una risoluzione estremamente elevata e di una gamma dinamica. È adatta anche per i creatori di video che cercano filmati 4K di alta qualità. Anche se potrebbe non essere la fotocamera più veloce per lo sport o l’azione, il suo sistema di autofocus è robusto per scopi generali.

Se avete intenzione di acquistare una Z7 potrete cliccare sui seguenti link:

Solo corpo: https://amzn.to/40u0xjr

Adattatore per obiettivi Nikon F – Nikon FTZ

Caratteristiche:
Sensore: CMOS Full Frame (36x24mm) 45,7 MegaPixel
Sensibilità ISO: da 32 a 102400
Formati file: JPEG – RAW
Velocità di scatto: da 30sec a 1/8000
Autofocus con 493 punti di messa a fuoco
Registrazione Video fino a 4k – 3840x2160p a 30 FPS
Flash non incorporato
Schermo da 3,2 pollici articolato
Mirino elettronico
Memoria 1 slot CF Express Tipo B
Batteria ricaricabile agli ioni di litio Nikon EN-EL15c
Dimensioni: (LxAxP): 134x101x68mm – Peso: 675g

Nikon Z7
con obiettivo Nikkor Z 24-70mm f4 S
Nikon Z7 con adattatore Nikon FTZ
vista posteriore con schermo da 3,2 pollcii articolato

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La fotografia nel dentale oggi

La fotografia nel dentale oggi

La fotografia in ambito dentale ha una notevole importanza, che parte dalla documentazione del caso clinico, passando per il risvolto promozionale, arrivando all’aspetto medico/ legale. Purtroppo il mercato della strumentazione fotografica è molto vasto e, per chi non ha adeguate basi di conoscenza della tecnica, molto complicato. In questo articolo analizzerò la situazione della fotografia oggi, sempre nell’ambito dentale, e cercherò di accompagnare il lettore a comprendere che non è necessario avere l’ultimo ritrovato tecnologico per effettuare delle buone e giuste fotografie, ma che l’importante, invece, è applicare le giuste tecniche matematiche per limitare le variabili e aumentare la velocità e la qualità della documentazione, utilizzando gli apparecchi fotografici come “semplici” strumenti di uso quotidiano.

Nel dentale la fotografia viene utilizzata da lungo tempo, questo è vero, ma da chi? Possiamo sicuramente affermare che chi la utilizzava lo faceva solo per supportare i propri interventi, in qualità di relatore durante conferenze o corsi di formazione, per la sola necessità di documentare adeguatamente la presentazione dei casi più interessanti trattati (Figg. 1, 2).

Quindi non veniva usata molto frequentemente. Però, anche se sto usando il tempo passato, in realtà la situazione attuale non è molto cambiata. Sicuramente l’avvento di smartphone (Fig. 3) sempre più performanti nel comparto fotografico ha aiutato non poco chi voleva scattare “belle” foto senza necessariamente dotarsi di costose apparecchiature e, soprattutto, senza la necessità di approfondire le proprie conoscenze di tecnica fotografica. Allora perché acquistare apparecchiature fotografiche costose? Beh, comunque anche uno smartphone di alta gamma arriva a costare intorno ai duemila euro, quindi credo che nemmeno questi possano essere considerati strumenti economici. Comunque, anche utilizzando uno smartphone, bisogna sempre seguire uno specifico protocollo per le inquadrature da effettuare su ogni paziente (Fig. 4).

Chiarito ciò, vorrei in questa sede soffermarmi sulla fotografia attuale in ambito dentale, cercando di fare anche maggiore chiarezza sull’argomento, senza entrare in dissertazioni puramente tecniche che non porterebbero da nessuna parte. Vorrei quindi iniziare innanzitutto con una riflessione: in ogni ambito, sia professionale che sociale o privato, il mondo non sta semplicemente cambiando, ma ormai è totalmente cambiato e le innovazioni tecnologiche sono entrate a pieno titolo nella nostra vita quotidiana.

Per quanto riguarda il privato si è assistito a innovazioni quali il visore 3D (Fig. 5), che fino a qualche anno fa si vedeva al massimo in qualche film di fantascienza, o i numerosi video game sempre più realistici, nei quali non riusciamo più a distinguere la realtà dagli effetti speciali. In ambito dentale, si assiste alla commercializzazione di nuovi strumenti sempre più innovativi, come i più recenti fresatori, le stampanti 3D, gli scanner e i numerosi software per la gestione di questi strumenti. Allora la domanda che sorge spontanea è: “La tecnologia è complicata?” E provo a rispondere: “A mio parere no; quello che è complicato è capirla”. Sembrerebbe un controsenso ma non lo è. Infatti è come se volessimo insegnare a scrivere a un bambino con la più performante e costosa penna in commercio senza fargli capire come tenerla in mano e come utilizzarla. Ecco, con la tecnologia il concetto è analogo; possiamo comprare il più recente, più veloce e più potente computer presente sul mercato che, peraltro, ha un
costo elevatissimo, e poi molto probabilmente non saremo in grado di utilizzarlo appieno perché troppo complicato, fino a convincerci di aver sbagliato a comprarlo.

La fotografia nel dentale oggi - visore 3d
Fig. 5: Visore 3D

Questo è l’errore più frequente che si fa credendo che lo strumento in sé possa funzionare da solo, ma così non è, per cui dovremo imparare a dialogare con esso, come abbiamo imparato a tenere la penna in mano per scrivere. In proposito sento spesso in giro ripetere un concetto che condivido pienamente: “Si, l’avvento della tecnologia digitale è una grandissima innovazione nel dentale, e progredisce costantemente, ma se non si ha una adeguata esperienza al banco non fa miracoli”. Il computer, come qualsiasi altra invenzione che utilizza calcoli matematici complessi, è pur sempre (almeno fino a ora) una macchina che non ha autonomia di pensiero ma è in grado solo di eseguire quanto le viene richiesto, per cui non potrà comprenderci, ma dobbiamo essere noi a comprenderla. Trasferendo questo concetto nello specifico ambito fotografico, possiamo affermare che per fare una foto non è fondamentale avere l’ultimo ritrovato tecnologico a disposizione, ma è importante conoscere i fondamenti della tecnica fotografica, tralasciando inizialmente la qualità dello scatto. Quindi, che si utilizzi una fotocamera reflex oppure una mirrorless, un sensore Full Frame, uno APS-C o di una grandezza diversa, le regole fondamentali della tecnica fotografica sono le stesse (Fig. 6).

Fotocamere reflex e mirrorless
Fig. 6 Fotocamere Reflex e Mirrorless

Ho sempre in mente le parole del Dr. Bengel, che nel 1987 nel suo testo di fotografia dentale disse: “le riprese fotografiche che sono effettuate per documentazione non debbono piacere all’osservatore, ma debbono veicolare il massimo dell’informazione”. Questa frase chiarisce bene il concetto, evidenziando che nell’utilizzo della fotografia per documentare un caso, in studio o in laboratorio, bisogna ottenere la massima informazione possibile, e cioè una scena correttamente illuminata, a fuoco e con piani corretti. Quindi possiamo affermare che per avere una scena a fuoco dobbiamo innanzitutto scegliere un valore di diaframma (lamelle che si aprono e si chiudono all’interno dell’obiettivo) stretto, questo su qualunque fotocamera e con qualsiasi sensore (Fig. 7).

La fotografia nel dentale oggi - diaframmi
Fig. 7: Diaframmi

Poi va cercata una corretta illuminazione, cioè assicurarsi che tutto il soggetto risulti ben illuminato, utilizzando se necessario la luce del flash, perché nella fotografia dentale l’uso di luci continue (faretti o lampade) comporterebbe poi una difficile gestione del colore, troppo influenzato dalla temperatura della luce, senza trascurare la spesa complessiva elevata anche nei consumi energetici. Quindi il flash è quello che serve nella fotografia dentale, anche perché non dimentichiamo che il colore di un soggetto è influenzato dalla luce che lo colpisce, e la maggior parte dei flash, hanno una temperatura di colore della luce neutra (5500 °K), il che ci aiuta molto in questo settore dove il colore ha la massima importanza (Fig. 8).

Temperatura colore della luce
Fig. 8: temperaura colore della luce

Durante la mia lunga esperienza di relatore di corsi di formazione, ho spesso dovuto constatare che per i corsisti era piuttosto complicato assimilare la gestione dei flash e soprattutto dei menù interni alla fotocamera, per cui ho cercato di rendere questi concetti il più semplice possibile. Allora ho deciso che la cosa più importante da fare per far comprendere questi due aspetti al meglio, è quella di dedicare molto più tempo, durante ogni corso, all’utilizzo pratico della fotocamera e dei suoi menù. Mi preme comunque precisare che queste mie considerazioni sono dettate solo dalla mia naturale tendenza alla ricerca della perfezione in questo campo, che perseguo da sempre per pura passione.

In questa prospettiva ho effettuato una veloce ricerca sul Web per vedere quanti sono gli studi odontoiatrici e i laboratori odontotecnici censiti in Italia. Gli studi odontoiatrici sono 64.434 al 16 gennaio 2024 e i laboratori odontotecnici erano 15.055 al 24 maggio 2022 (Fig. 9). Non ho una precisa stima di quanti di questi usano la fotografia frequentemente per documentare il loro lavoro, ma sono certo che la percentuale è molto bassa. Questo significa che all’interno del settore dentale, la fotografia non ricopre ancora un ruolo ben definito. Però, ho anche constatato che quei professionisti che la utilizzano in questo ambito, hanno percepito quanto invece sia importante, soprattutto nel facilitare la comunicazione tra clinico e tecnico.

La fotografia nel dentale oggi - studi dentistici e laboratori odontotecnici in Italia
Fig. 9: Studi dentistici e laboratori odontotecnici presenti in Italia

Spesso mi capita di sentire questa frase, che condivido: “La fotografia nel dentale è fondamentale perché mi permette di vedere dettagli che anche ad occhi abituati non vedrei e mi permette anche di analizzare al meglio il lavoro”. Il mio obiettivo, quindi, rimane quello di spiegare i concetti fondamentali della fotografia nel settore dentale con la massima semplicità, non dimenticando però mai la qualità della documentazione scientifica. Sono fortemente convinto che, imparando le regole che portano alla costruzione di una giusta immagine, esse potranno essere applicate a qualunque apparecchiatura fotografica, certo con le differenze date dalla gestione dei menù, diversi a seconda della marca del prodotto utilizzato.

Così facendo non c’è bisogno di sapere con che strumentazione si scatta, ma semplicemente si utilizzerà una tecnica che è possibile adattare a ogni strumentazione. Fortunatamente in questa tipologia di fotografie non abbiamo necessità di curare l’aspetto artistico, e questo la rende non necessariamente “operatore dipendente”. Imparare la tecnica, e di conseguenza la “matematicità” della fotografia (Figg. 10a, 10b), significa ridurre al minimo ogni variabile, ottenendo comunque scatti molto veloci e di qualità.

Rifacendoci all’esempio precedente del bambino che non sa scrivere, possiamo affermare che odontoiatra, igienista, ASO, odontotecnico o qualunque altra figura professionale presente nel team, non dovrà diventare un fotografo e, oltretutto, non avrebbe il tempo per dedicarsi anche alla fotografia, però se gli strumenti fotografici a disposizione saranno utilizzati con la giusta tecnica, essi diventeranno semplicemente un ulteriore strumento di lavoro al pari di un micromotore (Fig. 11).

La fotografia deve essere uno strumento del lavoro non un problema
Fig. 11. la fotografia deve essere uno strumento del lavoro non un problema

Nel dentale la fotografia è importante sia in studio che in laboratorio perché consente di avere una visione globale consentendo di elaborare al meglio il piano di trattamento clinico. In laboratorio la fotografia permette di valutare adeguatamente la tecnica utilizzata e, a mio avviso, di porre una maggiore attenzione ai procedimenti lavorativi, ad esempio la cura dei modelli. Nei due utilizzi, clinico o tecnico, la diversità dell’attrezzatura fotografica riguarda solo l’illuminazione e quindi il tipo di flash da utilizzare. Nello studio si possono utilizzare tranquillamente flash anulari che permettono di avere una luce diretta sul soggetto (Fig. 12).

La fotografia nel dentale oggi - flash anulari
Fig. 12: Flash anulari

Certo mi si obietterà che un tipo di luce del genere appiattisce l’immagine, e ciò è certamente vero, ma non vuol dire che sia un problema. L’utilizzo di flash gemellari macro (2 o più flash) è utile in ogni situazione, ma particolarmente con l’utilizzo di diffusori (bouncer) inseriti sui flash, consentendo di ottenere una documentazione di un caso “estetico” sul gruppo frontale, superiore e inferiore (Fig. 13).

bouncer
Fig. 13: Bouncer

L’utilizzo di una luce diffusa, utilizzando i bouncer, permette di far arrivare la luce al soggetto in modo più morbido “inglobando il soggetto” così da poter visualizzare meglio tutte le caratteristiche dentali, come le forme e la morfologia. Anche il colore dei denti è influenzato dal tipo e dalla direzione della luce che lo colpisce e questo è un dato che di solito è di facile comprensione (Fig. 14). In questo articolo non aprirò il discorso colore o presa del colore perché è un discorso troppo ampio che ha bisogno di essere trattato a parte.

La fotografia nel dentale oggi - denti frontali fotografati con bouncer
Fig. 14: Frontali fotografati con bouncer

Conclusioni

In conclusione, utilizzando la tecnica in modo matematico, non abbiamo bisogno di conoscere il mezzo da utilizzare per poter arrivare al nostro risultato finale, che è sempre la documentazione scientifica dei casi. La fotografia in ambito dentale spesso viene vista come una perdita di tempo che non ha alcuna utilità, tanto da ritenere finanche che con foto o senza foto il lavoro si fa lo stesso. Questa affermazione è letteralmente vera, ma per ottenere una lavorazione ottimale senza trascurare dettagli importanti, la fotografia è essenziale. Infatti, prendendo ad esempio i casi di ortodonzia, nei quali il paziente, attraverso un lungo e fastidioso periodo legato all’uso di diversi apparecchi ortodontici, spesso non ricorda da dove ha iniziato il suo percorso, documentando adeguatamente il caso a ogni visita, può seguirne l’evoluzione fino alla fine del trattamento, verificando così anche la quantità di lavoro svolto
per la riabilitazione. Scattare le fotografie solo per provare a vedere cosa succede comporta sicuramente delle inevitabili problematiche e, soprattutto, una inutile perdita di tempo. Scattando invece con la consapevolezza che la fotografia ottimizzerà sicuramente i risultati, si eviteranno inutili perdite di tempo e si otterrà un’ottima documentazione. Quindi cosa significa ottenere una corretta fotografia dentale? Semplicemente avere una fotografia con il soggetto a fuoco e con una luce omogenea che lo colpisce. L’ultima considerazione che mi sento di fare è la condivisione della nota frase di Goethe che dice: “l’occhio vede ciò che la mente conosce”. Infatti, avendo una adeguata conoscenza del proprio lavoro e delle cose importanti da documentare, la fotografia, utilizzata con la giusta tecnica, sarà solo uno strumento che estende l’occhio dell’operatore.

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Sony Alpha 55

Sony Alpha 55

La Sony Alpha 55 è una fotocamera reflex digitale rilasciata il 24 Agosto 2010 (insieme alla Sony Alpha 33) e in produzione fino al 2012.

Ha un sensore CMOS in formato APS-C (fattore di crop 1,5x) da 16,2 MegaPixel.

Il modello si chiama con più precisione Sony Alpha SLT 55. SLT sta Single Lens Translucent, una tecnologia proprietaria della Sony. Le fotocamere con tecnologia SLT, impiegano uno specchio, un mirino elettronico e un sistema di autofocus a rilevamento di fase (un sensore permette di avere un autofocus continuo anche in fase di registrazione video).

Una particolarità di questo modello è la sostituzione del mirino ottico con uno di tipo elettronico. Lo specchio SLT (traslucido) è bloccato in posizione (essendo traslucido non ha bisogno di spostarsi) così evita i movimenti nello scatto eliminando il rumore tipico, questo la rende una fotocamera molto silenziosa.

Lo schermo posteriore è da 3 pollici ad alta risoluzione e articolato.

La Sony Alpha 55 ha una stabilizzazione di immagine “on camera” chiamato Sony Super Steady Shot. Questo tipo di stabilizzazione, che è presente sul sensore, è possibile utilizzarla con qualunque tipo di obiettivo.

La Sony Alpha 55 è adatta ai fotografi hobbisti che sono alla ricerca di una reflex digitale per la fotografia di tutti i giorni, inclusi ritratti, paesaggi e fotografia di viaggio. La sua interfaccia user-friendly e le sue caratteristiche la rendono una buona fotocamera entry-level.

Caratteristiche:
Sensore: CMOS APS-C (23,4×15,6mm fattore di Crop 1,5x) 16,2 MegaPixel
File: RAW e JPG
Video: 1920x1080i 60 FPS
Sensibilità ISO: da 100 a 25600
Velocità di scatto: da 30sec a 1/4000
Sistema autofocus con 15 punti di messa a fuoco
Flash incorporato Pop-Up
Schermo da 3 pollici articolato
Mirino elettronco con copertura del 100%
Memoria SD – SDHC – SDXC
Batteria ricaricabile
Dimensioni: (LxAxP): 124x92x85mm – Peso: 500g

Sony Alpha 55 dimensioni
con obiettivo 18-55mm f3.5 5.6
Sony Alpha 55 con obiettivo 50mm f1.8
senza obiettivo vista laterale

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Photo-Secession

La Photo-Secession fu un movimento dell’inizio del XX secolo che mirava a promuovere la fotografia come forma d’arte. I membri di questo movimento erano tutti dediti al pittorialismo.

Il movimento, Photo-Secession, fondato nel 1902 da Alfred Stieglitz e da altri fotografi tra cui Edward Steichen che alla pensavano allo steso modo cioè distaccarsi dai vincoli e le limitazioni imposte dalle pratiche fotografiche tradizionali.


Secondo i soci della Photo-Secession una fotografia non la ricerca di impressionare quello che accadeva davanti alla fotocamera (cioè la realtà), ma la manipolazione dell’immagine realizzando una visione soggettiva dell’autore (Artista/fotografo).

Vediamo alcuni aspetti chiavi della Photo-Secession:

Le origini e gli obiettivi


Fondatore: Alfred Stieglitz, fotografo e promotore d’arte pionieristico.

Obiettivo: Stabilire la fotografia come una forma d’arte legittima alla pari con la pittura e la scultura.

Influenze: Il movimento fortemente influenzato dallo stile del pittorialismo, che ha enfatizzato le qualità estetiche e l’espressione emotiva rispetto alla mera documentazione.

I membri chiave

Alfred Stieglitz: Leader e figura centrale del movimento, noto per le sue suggestive e atmosferiche fotografie.

Edward Steichen: Rinomato per le sue immagini soft-focus e l’uso innovativo dei processi cromatici.

Clarence H. White: Nota per le sue composizioni poetiche e spesso idilliche.

Gertrude Kosebier: Famosa per i suoi ritratti e le immagini che hanno catturato lo spirito e il carattere dei suoi soggetti.

Tecniche e lo stile


Il pittorialismo: lo stile dominante all’interno della Photo-Secession, caratterizzato da un focus sulla bellezza, la tonalità e la composizione, spesso utilizzando la messa a fuoco morbida e la manipolazione dell’immagine per ottenere un effetto pittorico.

Processi alternativi: i membri hanno sperimentato vari processi fotografici, come il bicromato di gomma, le stampe di platino e le stampe in bromoil, per ottenere gli effetti artistici desiderati.


Pubblicazioni ed esposizioni

Un diario fotografico trimestrale curato da Alfred Stieglitz, che ha svolto un ruolo cruciale nella promozione del lavoro dei membri della Photo-Secession e di altri fotografi modernisti.

Galleria 291: Conosciuto anche come le Little Galleries della Photo-Secession, fu uno spazio espositivo a New York dove furono esposte le opere dei Photo-Secessionisti e di altri artisti moderni.

Little Galleries della Photo-Secession - Galleria 291
Galleria 291 – Little Galleries della Photo-Secession

La Photo-Secession è stata determinante per elevare lo status di fotografia nel mondo dell’arte. Ha gettato le basi per i movimenti futuri e ha contribuito a stabilire la credibilità della fotografia come forma d’arte. L’enfasi del movimento sulla creatività, l’espressione personale e l’innovazione tecnica continua ad influenzare i fotografi oggi.

Alfred Stieglitz - Donna nel prato
Alfred Stieglitz
Photo-Secession Alfred Stieglitz stazione con raggi di luce
Alfred Stieglitz
Eduard Steichen - New York
Eduard Steichen – New York
Photo-Secession - Edward Steichen - The Pond Moonlight
PhEdward Steichen – The Pond Moonlight

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Sony Alpha 290

Sony Alpha 290

La Sony Alpha 290 è una fotocamera reflex digitale rilasciata nel Giugno 2010 e in produzione fino al 2012.

Ha un sensore CCD in formato APS-C da 14,2 MegaPixel.

Lo schermo posteriore è da 2,7 pollici ad alta risoluzione.

La Sony Alpha 290 ha una stabilizzazione di immagine “on camera” chiamato Sony Super Steady Shot. Questo tipo di stabilizzazione, che è presente sul sensore, è possibile utilizzarla con qualunque tipo di obiettivo.

La Sony Alpha 290 è adatta ai fotografi hobbisti che sono alla ricerca di una reflex digitale per la fotografia di tutti i giorni, inclusi ritratti, paesaggi e fotografia di viaggio. La sua interfaccia user-friendly e le sue caratteristiche la rendono una buona fotocamera entry-level.

Caratteristiche:
Sensore: CCD APS-C (23,4×15,6mm fattore di Crop 1,5x) 14,2 MegaPixel
File: RAW e JPG
Sensibilità ISO: da 100 a 3200
Velocità di scatto: da 30sec a 1/4000
Sistema autofocus con 9 punti di messa a fuoco
Flash incorporato Pop-Up
Schermo da 2,7 pollici fisso
Mirino ottico con copertura del 95%
Memoria SD – SDXC
Batteria ricaricabile
Dimensioni: (LxAxP): 128x97x86mm – Peso: 550g

Sony Alpha 290
con obiettivo 18-55mm f3.5 - 5.6
Sony Alpha 290 con obiettivo
vista da dietro con schermo da 2,7 pollici ad alta risoluzione

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