Irving Penn

Irving Penn

Irving Penn nasce a Plainfield (New Jersey) il 19 Giugno 1917 e muore a New York il 7 Ottobre 2009.

È stato un celebre fotografo americano noto per i suoi contributi alla fotografia di moda, alla ritrattistica e alla natura morta.

Il suo lavoro, caratterizzato dalla sua semplicità, precisione ed eleganza, è durato ben sette decenni e ha lasciato un impatto duraturo sulla fotografia come forma d’arte.

Nella fotografia di moda Irving Penn lavorò a lungo per la rivista Vogue a partire dagli anni ’40, catturando alcune delle immagini di moda più iconiche del XX secolo. Il suo stile minimalista e la sua attenzione alla forma, alla consistenza e alla luce hanno distinto il suo lavoro da altri nel settore.

La ritrattistica era molto importante per lui e ha dedicato molto tempo e lavoro. Irving Penn ha fotografato una vasta gamma di argomenti, tra cui artisti, scrittori, musicisti e figure culturali. I ritratti di Penn sono rinomati per la loro qualità intima e austera, spesso isolando il soggetto su un chiaro sfondo per enfatizzare la loro espressione e carattere.

La fotografia per Penn era spaziare da una visuale all’altra e infatti si dedica anche alle nature morte, secondo una mia personale idea questo gli permetteva di studiare al meglio la luce che colpisce i soggetti. Capita spesso anche a me che quando fotografo nel box una natura morta riesco a comprendere meglio come si comporta la luce sul soggetto e di conseguenza riesco a “vedere” meglio il suo comportamento. Le composizioni di Irving Penn sono state meticolosamente realizzate, trasformando oggetti di uso quotidiano come cibo, fiori o spazzatura in opere d’arte. La sua attenzione ai dettagli e alla trama ha portato a queste immagini una qualità scultorea. Ha spesso utilizzato uno sfondo semplice e neutro, spesso in una configurazione angolare, che ha creato un ambiente distintivo e mirato per i suoi soggetti.

Questo stile fu rivoluzionario nella fotografia della metà del XX secolo.

Alla fine degli anni ’40 e ’50, Penn viaggiò a livello internazionale per documentare le popolazioni indigene e le pratiche culturali, creando una serie di ritratti in stile studio in luoghi come Perù, Marocco e Nuova Guinea.

Il lavoro di Irving Penn è celebrato per trascendere la fotografia commerciale in arte. Le sue immagini fanno parte delle principali collezioni museali di tutto il mondo, tra cui il Museum of Modern Art (MoMA) di New York e l’Art Institute di Chicago. Penn ha anche ricevuto numerosi premi e onorificenze durante la sua vita, consolidando il suo posto come uno dei più importanti fotografi del XX secolo.

Irving Penn

Pablo Picasso
Picasso fotografato da Irving penn
Salvador dalì
Salvador Dalì

Irving Penn - Al Pacino
Al Pacino

Irving Penn - Sophia Loren
Sophia Loren

Marlene Dietrich
Marlene Dietrich
Irving Penn - Anouk Aimèe
Anouk Aimèe

Georgia O'Keeffe
Georgia O’Keeffe
Nadja Auermann


Nadja Auermann

Irving Penn - padre e figlio a Cuzco

Irving Penn foto di moda

Work of Issey Miyake

Irving Penn - Guinea 1970

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Edward Sheriff Curtis

Edward Sheriff Curtis

Edward Sheriff Curtis nasce a Whitewater (Wisconsin) il 16 Febbraio 1868 e muore a Los Angeles il 19 Ottobre 1952.

È stato un fotografo ed etnologo americano noto per il suo ampio lavoro che documenta le tribù dei nativi americani e le loro culture, specialmente all’inizio del XX secolo.

Edward Sheriff Curtis
Edward Sheriff Curtis Self-Portrait

È meglio conosciuto per il suo ambizioso progetto, The North American Indian, che mirava a creare una registrazione visiva ed etnografica completa dei popoli indigeni in Nord America. Questo progetto, composto da 20 volumi di fotografie e note etnografiche, ha catturato oltre 40.000 immagini e documentato le vite, le cerimonie e le tradizioni di oltre 80 tribù.

Il lavoro di Edward Sheriff Curtis, sostenuto finanziariamente da J.P. Morgan e approvato dal presidente Theodore Roosevelt, è stata un’impresa monumentale che ha richiesto oltre 30 anni.

Era profondamente impegnato a creare un ritratto rispettoso e perspicace delle culture dei nativi americani, anche se alcune critiche moderne suggeriscono che alcuni aspetti del suo lavoro, tra cui scene di messa in scena e vestire gli individui in costume, potrebbero essere romanzate o rappresentare in modo impreciso alcuni elementi della vita indigena.

Nonostante queste critiche, le immagini di Edward Sheriff Curtis sono ancora apprezzate per la loro qualità tecnica e artistica, nonché per la loro documentazione di una cultura in rapido cambiamento a causa delle politiche di assimilazione forzata negli Stati Uniti. La sua eredità è complessa ma vitale per comprendere le pratiche etnografiche dell’inizio del XX secolo e le storie indigene.

Edward Sheriff Curtis nativo americano

Un capo della tribù dei Piedi neri 1907 ca

Edward Sheriff Curtis bambina nativa americana

nativi americani a cavallo

Edward Sheriff Curtis nativo americano a caccia

Edward Sheriff Curtis nativo americano a cavallo

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Tina Modotti

Tina Modotti

Tina Modotti nasce a Udine il 16 Agosto 1986 ma con il nome di Assunta Adelaide Luigia Saltarini Modotti muore a Città del Messico il 5 Gennaio 1942.

È stata una fotografa, modella, attrice e rivoluzionaria italiana, nota per la sua avvincente fotografia in bianco e nero che combinava arte con l’attivismo sociale.

Nella sua adolescenza, la Modotti, si reca negli Stati Uniti e inizia a lavorare come modella e attrice a Hollywood.

Tuttavia, la sua vita cambiò radicalmente quando incontrò il fotografo Edward Weston nei primi anni ’20. Sotto il suo tutoraggio, sviluppò il suo stile, fondendo composizione formale con una sensibilità alle questioni sociali.

Edward Weston

Il lavoro della Modotti fiorì in Messico, dove divenne parte integrante della vivace comunità artistica e politica. Era amica di Diego Rivera, Frida Kahlo e di altri artisti influenti.

Le fotografie di Tina Modotti di questo periodo – ritratti, nature morte e immagini dei lavoratori – riflettono il suo impegno per la giustizia sociale, un tema centrale per la sua arte e la sua vita.

Ha catturato potenti immagini di lavoratori, indigeni e simboli rivoluzionari così da utilizzare la fotografia come strumento per il cambiamento.

Le sue affiliazioni politiche con il Partito Comunista portarono ad un maggiore controllo e nel 1930 Tina Modotti è espulsa dal Messico con l’accusa di cospirazione.

Trascorse i suoi ultimi anni in Europa, lavorando clandestinamente per cause comuniste.

Tina Modotti è morta a Città del Messico nel 1942 in circostanze misteriose, anche se la sua morte è ufficialmente attribuita all’insufficienza cardiaca.

L’eredità di Modotti dura attraverso le sue commoventi fotografie, che continuano a ispirare per la loro bellezza, la profondità emotiva e l’impegno per l’equità sociale. Il suo lavoro collega i mondi dell’arte e del documentario, rendendola una figura iconica sia nella fotografia che nella storia rivoluzionaria.

Tina Modotti nel ruolo di Maria de La guardia
Tina Modotti nel ruolo di Maria de La guardia

Mani di lavoratore - man worker

Tina Modotti - Hands of the puppeteer 1929 - Mani di burattinaio

Bambino Messicano con cactus

Tina Modotti

Tina Modotti - Hands of the puppeteer 1929 - Mani di burattinaio 2

Tina Modotti Donne di Juchitan con jicara Messico 1929 ca

volto

Tina Modotti donna che trasporta un cesto in testa

7054

Tina_Modotti - Woman with Flag Mexico City 1928

Profilo Modotti

Tina Modotti e Frida Kahlo
Tina Modotti e Frida Kahlo

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Maria Stenzel

Maria Stenzel

Maria Stenzel è una fotografa di viaggio e reportage, ha collaborato (e lo fa ancora) fattivamente con la National Geographic per 20 anni.

Prima di raccontare la sua biografia e mostrarvi alcune delle sue più belle fotografie voglio dirvi come mi è venuta la voglia di parlare di Maria Stenzel. Sul mio sito trovate le biografie dei più grandi e famosi fotografi ma il mio intento è quello di scrivere di ogni fotografo esistente; voi mi direte, è un lavoraccio… si è vero … ma le cose fatte con passione non stancano. Quindi dicevo che la mia passione nel raccontare la storia, la tecnica e i personaggi della fotografia mi hanno spinto a collezionare molti testi tra cui quelli della National Geographic. Una sera, alla ricerca del prossimo articolo da pubblicare, guardo la mia libreria dedicata alla fotografia e decido di occuparmi proprio di Maria Stenzel, mi accingo a leggere il libro ad essa dedicato e vengo colpito non solo dalle immagini ma dalle sue spiegazioni e racconti dietro ogni fotografia o reportage effettuato.

Torniamo al vero scopo di questo articolo, raccontare la vita di una grande fotografa che ha cercato di raccontare il mondo con le sue problematiche e caratteristiche, girandolo in lungo e in largo. 


Maria Stenzel è una fotografa rinomata nota per il suo lavoro nella fotografia ambientale e documentaria. Si è spesso concentrata sul fotografare il mondo delle comunità indigene e dei paesaggi remoti, spesso lavorando con pubblicazioni come National Geographic. La sua fotografia è riconosciuta per la sua attenzione ai dettagli, alla narrazione e alla capacità di portare consapevolezza sulle questioni ambientali e sulle culture uniche che documenta.

National Geographic Logo


Il lavoro di Stenzel spesso evidenzia la relazione tra l’uomo e la natura, sottolineando l’impatto dei cambiamenti climatici, la deforestazione e l’importanza degli sforzi di conservazione. Ha viaggiato molto per catturare immagini provenienti da regioni diverse, spesso isolate, mostrando sia la bellezza che la fragilità di questi ambienti.

Maria Stenzel - Antartide, scioglimento di un ghiacciaio

Nel 1980, Maria Stenzel, approda a Washington D.C., appena laureata in studi umanistici all’università della Virginia e comincia a cercare lavoro. Dopo una breve esperienza, come fotografa, nel giornale dell’Università e al fortuito incontro con un redattore del magazine arriva alla National Geographic.

Il suo primo incarico, all’interno del magazine, è stato da impiegata in cui doveva inviare le pellicole a sviluppare per poi, successivamente, disporre le diapositive sui tavoli luminosi dei redattori che dovevano esaminarle.

Il vero colpo di fortuna che, Maria Stenzel, ha avuto è stato quando un redattore, inviato per un servizio fotografico, non ha potuto partire e lei ha dovuto prendere il suo posto, per mancanza di altri che avrebbero potuto seguire quel servizio. In questo modo, Maria, ha potuto farsi notare e possiamo dire che la sua carriera ha preso decisamente il volo (in tutti i sensi visto che ha girato il mondo 🙂 ).

La sua passione per l’Antartide e il suo impegno attivo per la tutela dell’ambiente nascono dal suo primo lavoro commissionato dalla National Geographic, nel 1995. Maria Stenzel si imbarca su una nave rompighiaccio per documentare i ghiacci invernali nei mari antartici con un gruppo di ricercatori e scienziati della National Science Foundation.

(Alcune fonti di questo articolo sono tratte dal libro della collana “I Grandi Fotografi” della National Geographic intitolato “Maria Stenzel” – 2011)

Pescatore

Maria Stenzel - uomo tatuato

Antartide

Maria Stenzel - ricercatori che studiano i ghiacci

Cacciatori di Balene

Maria Stenzel - Montagne dello stato di New York

Ghiacciai e colonie di pinguini

Maria Stenzel - ricercatori tra i ghiacci

Nave rompighiaccio incastrata tra i ghiacci

Maria Stenzel - Ghiacci e pinguni

Mummia di una ragazza ritrovata dagli archelogi sul Llullaillaco
Mummia di una ragazza ritrovata dagli archelogi sul Llullaillaco

Maria Stenzel - Mummia di una ragazza ritrovata dagli archelogi sul Llullaillaco
Mummia di una ragazza ritrovata dagli archelogi sul Llullaillaco

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Louise Dahl-Wolfe

Louise Dahl-Wolfe

Louise Dahl-Wolfe - autoritratto

Louise Dahl-Wolfe nata a San Francisco il 19 Novembre 1895 morta a Allendale (New Jersey) l’11 Dicembre 1989.
È stata una fotografa, dedicatasi prettamente alla moda, che ha influenzato tutta la fotografia di moda moderna.


Nel 1914 inizia gli studi alla California School of Fine Arts dove ha studiato diverse forme d’arte ma concentrandosi sulla pittura e sul design. Infatti successivamente, Louise Dahl-Wolfe, si sarebbe dedicata al disegno del reale, della anatomia umana e di figure varie.

Dopo la laurea, nel 1921, lavora come arredatrice di interni. In quegli anni incontra la fotografa Anne Brigman (membro del gruppo dei Photo-Secessionisti). Questo incontro porta Louise Dahl-Wolfe a dedicarsi alla fotografia e quindi alla sua vera passione.

Tra il 1927 e il 1928 viaggia in Europa insieme alla fotografa Consuelo Kanaga.


Nel 1928 sposa lo scultore americano Meyer Wolfe (da cui prese il cognome) lui la aiuta a realizzare spesso sfondi per le fotografie.


La sua prima fotografia, intitolata “Tennessee Montain Woman”, fu pubblicata, nel 1933, su Vanity Fair.

Louise Dahl-Wolfe - Tennesee Montain Woman - Vanity Fair 1933
Louise Dahl-Wolfe – Tennesee Montain Woman – Vanity Fair 1933


Dopo la pubblicazione su Vanity Fair possiamo dire che inizia la sua carriera infatti apre il proprio studio fotografico a New York che sarà attivo fino al 1960.


Collabora con diversi giornali di moda ma l collaborazione più importante e duratura è quella con Harper’s Bazaar lavorando dal 1936 al 1958. La Dahl-Wolfe contribuisce al successo della rivista con 86 copertine e 600 pagine a colori e scatti in bianco e nero.


Louise Dahl-Wolfe era nota per il suo uso innovativo di luce naturale e ambienti esterni, che hanno portato un look fresco e dinamico alla fotografia di moda. Il suo lavoro presentava spesso luoghi esotici e paesaggi naturali, aggiungendo una qualità narrativa unica alle sue immagini.

Oltre alla moda, era anche un’abile fotografa di ritratti, che catturava immagini di molte celebrità e artisti del suo tempo, tra cui Lauren Bacall, Orson Welles e Edward Hopper.


Le sue fotografie erano caratterizzate dalla loro eleganza, chiarezza e composizione sofisticata. Aveva un occhio attento per i dettagli e un talento per creare immagini che erano sia eleganti che accessibili.
L’approccio di Louise Dahl-Wolfe alla fotografia di moda, con la sua enfasi sulla luce naturale e sulle riprese della location, ha stabilito un nuovo standard nel settore e ha influenzato molti fotografi che l’hanno seguita.


Il suo lavoro è stato esposto nei principali musei e gallerie di tutto il mondo, ed è ricordata come pioniera nella fotografia di moda. Le sue fotografie rimangono influenti, studiate per il loro significato artistico e storico.


I contributi di Louise Dahl-Wolfe alla fotografia di moda non solo hanno definito un’epoca, ma hanno anche aperto la strada alle future generazioni di fotografi, rendendola una figura duratura nella storia della fotografia.

Copertina Harper's Bazaar - 1942

Louise Dahl-Wolfe - modella fra le macerie

Gloria Vanderbilt

Louise Dahl-Wolfe -Liz Gibbons 1938

Modella con mappamondo

Louise Dahl-Wolfe - modella con statua

A style of Her Own

Louise Dahl-Wolfe - Courtesy Staley Wise Gallery

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Francis Bruguière

Francis Bruguière

Francis Bruguière nato a San Francisco il 15 Ottobre 1879 morto a Middleton Cheney (Inghilterra) l’8 Maggio 1945.
La sua famiglia era ricca in quanto banchieri e questo gli permise di avere una buona istruzione privata. Tutti i suoi fratelli hanno avuto una buona posizione sociale tra cui Peder Sather medico e pittore. Nel 1915 la madre muore sul transatlantico britannico SS Arabic in seguito al suo affondamento da parte di un sottomarino tedesco.


Gli interessi iniziali di Francis Bruguière erano vero la pittura e la scultura poi migrati sulla fotografia intorno al 1905. Proprio in quel periodo incontra Alfred Stieglitz e l’attore regista Franck Smith e si avvicina al mondo del pittorialismo. Apre uno studio a San Francisco documentando il terremoto e l’incendio che colpiscono la città e queste immagini verrano anche pubblicate in un libro chiamato “San Francisco” nel 1918.


Francis Bruguière nel 1906 torna a New York dove, insieme a Stieglitz, crea la Photo-Secession (movimento dei primi anni del 20° secolo in cui si voleva far riconoscere la fotografia come forma di arte) in cui espose alcune sue immagini nel 1910.


Nel periodo newyorkese, Francis Bruguière, viene coinvolto nella scena artistica d’avanguardia infatti cura, insieme ad altri, anche una mostra fotografica chiamata “Esposizione Panama-California” a San Diego.


Purtroppo nel 1918, Francis Bruguière, per il declino finanziario della famiglia si deve trasferire di nuovo, questa volta definitivamente, a New York dove però riesce a lavorare come fotografo con importanti riviste come Vanity Fair, Vogue e Harper’s Bazaar e inoltre diventa il fotografo ufficiale di Theatre Guild (una compagnia teatrale).


Nel 1920, Francis Bruguière, fotografa la diva inglese Rosalinde Fuller che in quell’anno doveva fare per la prima volta la attrice. Diventerà la sua compagna e con lei decide di andare a vivere in Inghilterra nel 1927.

Negli anni ’20, lo stile di Bruguière si è evoluto verso il modernismo e l’astrazione. Ha iniziato a sperimentare con la luce, l’ombra e la forma, creando alcune delle sue opere più innovative. I suoi studi sull’esposizione e le tecniche di esposizione hanno creato immagini complesse e stratificate che esploravano l’interazione tra luce e struttura.
Inoltre Francis Bruiguère ha lavorato con vari artisti, tra cui il regista teatrale d’avanguardia Norman Bel Geddes, contribuendo al design del palcoscenico e creando fotomontaggi per le sue produzioni.

Francis Bruguière - Study 1911

The faithful 1919

Francis Bruguière - Light Abstraction 1925

Night lights

Francis Bruguière - Abstraction Ma

Abstraction ma 2

Francis Bruguière - Light Abstraction 1925 2

Francis Bruguière multiple expositions

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Edward Steichen

Edward Steichen

Edward Steichen nasce a Bivange (Lussemburgo) il 27 Marzo 1879 e muore a West Redding (Connecticut – Stati Uniti) il 25 Marzo 1973.

Edward Steichen

Nel 1881 emigra con la sua famiglia negli Stati Uniti per poi diventare cittadino statunitense, al raggiungimento della maggiore età, nel 1900.

Inizialmente, Edward Steichen, studia belle arti concentrandosi prima sulla pittura e poi sulla fotografia.

Il pittorialismo, che all’epoca stava prendendo piede, era una corrente di pensiero che voleva portare la fotografia al pari di tutte le altre arti. Purtroppo agli albori, la fotografia, era denigrata in quanto “semplice” mezzo per documentare la realtà e che non era bisogno, per scattare una fotografia, avere uno spirito o animo artistico. Edward Steichen diventa uno dei più grandi sostenitori ed esponenti del pittorialismo.


Nel 1902
, insieme ad Alfred Stieglitz, fonda la “Little Galleries of the Photo-Secession” (piccola galleria della Photo-Secession) una galleria d’arte, situata a New York, che favoriva la diffusione del pittorialismo. Fonda, sempre insieme a Stieglitz, anche la rivista “Camera Work“.


Durante il Secondo Conflitto Mondiale, Edward Steichen, comanda la divisione fotografica delle forze armate chiamata “American Expeditionary Forces”.

Successivamente si interessa alla fotografia di moda che poi diventa il suo principale interesse.

Nel 1928 fotografa la grande Greta Garbo in una fotografia diventata molto famosa, successivamente pubblicata sulla copertina di Life del 10 Gennaio 1955 (questa foto è considerata una delle immagini più significative di Greta Garbo). Nel 1932 viene pubblicata la sua prima copertina fotografica a colori su Vogue.


Dal dopoguerra fino al 1962 fu direttore della divisione fotografica del MoMa di New York.


Curiosità: Nel febbraio del 2006, è stata venduta all’asta, a 2,9 Milioni di dollari, cifra superata solo nel 2011 dalla fotografia Rhein II di Andreas Gursky. una copia della prima fotografia pittorialista di Steichen, The Pond-Moonlight (1904). La fotografia fu scattata a Mamaroneck (contea di Westchester, New York) nei pressi dell’abitazione di un amico. Il soggetto della foto è una radura boscosa con un laghetto; il chiaro di luna che appare tra gli alberi illumina la scena riflessa sulla superficie del lago.

Edward Steichen - The Pond-Moonlight - 1904
Edward Steichen – the Pond-Moonlight – 1904

Greta Garbo
Edward Steichen – Greta Garbo

Edward Steichen - New York

Porta aerei Americana

Edward Steichen - Visioni auree in natura

Fiori - tra il 1920 e il 1930

Edward Steichen - howard Greenberd gallery

Edward Steichen - Margaret Horan

Edward Steichen - modella

Whitney Museum of American Art

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Henry Swift

Henry Swift nato a Berkeley (California) nel 1891 e muore a Berkeley nel 1962.

Nel 1920 conosce Edward Weston, per caso, in Carmel (California) dove inizia a fare fotografie per hobby.

Nel 1932, insieme a Ansel Adams, Edward Weston, Imogen Cunningham, Consuelo Kanaga, Sonya Noskowiak, John Paul Edwards e Willard Van Dyke, crea il famoso Gruppo f64.

Quando il Gruppo f64 si scioglie, nel 1935, l’interesse per la fotografia di Henry Swift finisce.

Henry Swift - Hand toy 1930

Abstract Sculputure 1930

Henry Swift - Moma

Henry Swift - banana plant 1932

Plaster Forms 1932

Henry Swift North Africa 1934

Henry Swift Strolling Musician Spain 1930

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Sonya Noskowiak

Sonya Noskowiak

Sonya Noskowiak nasce a Lipsia il 25 Novembre 1990 e muore a Greenbrae (California) il 28 Aprile 1975.

Sonya Noskowiak fotografata da Edward weston
Sonya Noskowiak – Fotograta da Edward Weston

È stata una influente fotografa famosa soprattutto per la sua associazione al “Gruppo f64” (a cui appartenevano Ansel Adams, Edward Weston, Imogen Cunningham, John Paul Edwards, Consulelo Kanaga e Henry Swift) che promuoveva una fotografia meticolosamente dettagliata e a fuoco andando contro il “pittorialimìsmo” che all’epoca era in voga.


Il padre era un giardiniere e infonde in lei la sua passione per la terra che successivamente sarà ben visibile nei suoi lavori fotografici.

Nel 1915, dopo aver viaggiato per il mondo insieme al padre (Cile, Panama e infine California), si trasferì a Los Angeles. Successivamente, nel 1919, si trasferisce a San Francisco cominciando a lavorare per un fotografo, Johan Hagemeyer, che le insegnò le basi della fotografia.


Tra il 1929 e il 1935 incontra Edward Weston, diventando la sua compagna oltre che studentessa, modella e musa.

Durante la via con Weston, Sonya Noskowiak, sviluppa una visione personale della fotografia e diventa famosa per i suoi ritratti e le sue foto artistiche.


Sicuramente il lavoro da Johan Hagemeyer le ha permesso di conoscere le basi della fotografia e appassionarsi ad essa, ma è con Weston che lei i innamora di questo mondo.

I primi “sguardi” erano rivolti alla fotografia di architettura con particolare attenzione ai ponti e i fari. Poi, seguendo Weston, inizia a guardare la natura, fotografandola con un suo personale stile.
Il lavoro fotografico di Sonya Noskowiak è caratterizzato dalla precisione, chiarezza e composizione attenta ai principi di una fotografia che enfatizza immagini non manipolate e chiare.


Purtroppo nel 1965 le fu diagnosticato un cancro alle ossa che la porterà alla morte dieci anni dopo.

Sonya Noskowiak - Shell 1937

Plant detail 1931

Sonya Noskowiak - Lily 1930

Worker's hand 1937

Washing San Francisco 1937

Sonya Noskowiak - Rusty Saws 1937

Industrial Section San Francisco 1937

Sonya Noskowiak - Country Bedroom 1938

Sonya Noskowiak - Boylwe detail san Francisco 1938

Grattacielo

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Willard Van Dyke

Willard Van Dyke

Willard Van Dyke è stato un influente fotografo, regista e curatore americano. Nato il 5 Dicembre 1906 a Denver (Colorado) muore a Jackson (Tennessee) il 23 Gennaio 1986.

Willard Van Dyke


Alla fine degli anni ’20, Willard Van Dyke, inizia la sua carriera nella fotografia.

Le sue influenze fotografiche sono state sul lavoro di Edward Weston. Insieme al Edward Weston, Ansel Adams, Imogen Cunningham, John Paul Edwards, Consuelo Kanaga, Sonya Noskowiak e Henry Swift, nel 1932, fondano il famoso gruppo f/64. Il gruppo sosteneva la fotografia “pura”, sottolineando la chiarezza e la precisione, rifiutando il pittorialismo (effetti artistici e la ricerca dello sfuocato artistico in fotografia) che era popolare all’epoca.

Alla fine degli anni ’30, Willard Van Dyke passò dalla fotografia al cinema. Il suo lavoro come regista è stato caratterizzato da una forte coscienza sociale e da un impegno a documentare l’esperienza americana. Uno dei suoi film più importanti è “The City” (1939), che ha co-diretto con Ralph Steiner. Il film, con una sceneggiatura di Lewis Mumford, è stato un lavoro fondamentale nel movimento documentario americano e ha evidenziato questioni di urbanizzazione e la necessità di comunità pianificate.


Negli anni ’50, Van Dyke si trasferì in televisione, dirigendo documentari e programmi educativi.

In seguito divenne direttore del Dipartimento di Cinema al Museum of Modern Art (MoMA) di New York dal 1965 al 1974. Durante il suo mandato al MoMA, Van Dyke è stato determinante nell’espansione della collezione di film del museo e nella promozione dello studio e dell’apprezzamento del cinema come forma d’arte.

L’eredità di Willard Van Dyke è sfaccettata. Come fotografo, è stato una figura chiave nello sviluppo della fotografia modernista. Come regista, ha prodotto importanti documentari che affrontavano questioni sociali critiche del suo tempo. Il suo lavoro di curatore ed educatore ha ulteriormente consolidato il suo impatto sia sulla fotografia che sul cinema.

Van Dyke - California 1930

Californian flower

Willard Van Dyke - Californian House

Funnels

Willard Van Dyke . Death Valley Dunes

Ireòand Cypress

Willard Van Dyke - Virginia City Interior
Willard Van Dyke - House and Chair North Carolina 1937

Cuntry House - 1939

Burning Settlers Cabin

Willard Van Dyke - California Lifeboat 1941

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