Canon EOS D60: La sorella maggiore della Canon EOS D30. Viene presentata il 22 Maggio 2002 e venne prodotta fino al 2003. Non ci sono molte informazioni in quanto è molto simile alla sorella minore EOS D30 sia per quanto riguarda l’estetica che il suo posizionamento sulla fascia di mercato.
Caratteristiche: Sensore: CMOSAPS-C (22,7 x 15,1 mm Rapp. 1,6) 6,3 MegaPixel Autofocus a 3 punti Sensibilità ISO: da 100 a 1000 Velocità di scatto: da 30sec a 1/4000 Bilanciamento del bianco (WB): Automatico, 5 preset e completamente manuale Flash integrato pop-up E-TTL Memoria Compact Flash Batteria a litio ricaricabile Dimensioni: (LxAxP): 150x107x75mm – Peso: 780g
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Canon EOS D30: è stata la prima fotocamera reflex digitale, semi professionale, interamente progettata e prodotta da Canon. Viene presentata il 17 Maggio 2000. All’epoca era la diretta concorrente della Nikon D1 ma quest’ultima era indirizzata al mercato professionale. Era destinata a coprire uno spazio, di mercato, libero tra le fotocamere compatte e le reflex di fascia alta.
Il sensore è un CMOSAPS-C da 3,30 MegaPixel, con un filtro RGB a colori primari e un LSI (Image Engine) di elaborazione del segnale digitale di nuova concezione, per garantire un’elevata risoluzione dell’immagine e un eccellente bilanciamento del colore.
Canon sviluppa una nuova tecnologia (ISO) di riduzione del rumore che va molto bene nelle riprese con tempi lunghi, come le scene notturne.
Gli obiettivi che possono essere utilizzati sono quelli della serie EF che sono gli stessi della serie EOS analogica.
La Canon EOS D30 aveva un corpo leggero ma anche molto resistente, che era il più piccolo della sua categoria (Agosto 2000), il telaio era in acciaio inossidabile e con coperture in plastica tecnica ad alta resistenza.
Caratteristiche: Sensore: CMOSAPS-C (22,7 x 15,1 mm Rapp. 1,6) 3,3 MegaPixel Autofocus a 3 punti Sensibilità ISO: da 100 a 1600 Velocità di scatto: da 30sec a 1/4000 Bilanciamento del bianco (WB): Automatico, 5 preset e completamente manuale Flash integrato pop-up E-TTL Memoria Compact Flash Batteria a litio ricaricabile Dimensioni: (LxAxP): 150x107x75mm – Peso: 780g
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Era la diretta concorrente della Canon EOS D30 e D60. Il prezzo consigliato era di 2.000 dollari solo corpo.
La sua produzione è continuata fino al 2005 quando è stata sostituita dalla D200. Il sensore era un nuovo CMOS da 6,1 MegaPixel in formato APS-C (23,7×15,6mm) con una sensibilità ISO che va da 200 a 6400.
I tempi di scatto erano compresi tra 30secondi e 1/4000. Ci sono pareri diversi su questa fotocamera ma non si può negare che ha un sapore vintage, un mix tra analogico e digitale molto affasciante, e soprattutto si può trovare a prezzi molto bassi sul mercato dell’usato.
La Nikon D1 è stata la prima fotocamera interamente ideata, prodotta e commercializzata dalla Nikon e anche la prima della serie D. Aveva un prezzo molto elevato di 10 milioni di lire. Fu prodotta dal 1999 al 2001 e dal 2001 al 2004 sono stati prodotti due modelli aggiornati la D1H e la D1X.
Alla fine degli anni 90 la fotografia di moda, artistica e più in generale di qualità utilizzava ancora la pellicola o il medio formato. Il fotogiornalismo, che aveva meno esigenze sulla qualità dell’immagine, aveva iniziato ad utilizzare prevalentemente sistemi digitali per la loro velocità di produzione. La Nikon, con la commercializzazione della D1, riuscì a colpire nel segno ed entrare in una fascia di mercato molto fiorente.
La Nikon ha sempre cercato di avere la compatibilità degli attacchi per gli obiettivi con tutte le fotocamere reflex prodotte e non ha mai cambiato il tipo di attacco a baionetta che si chiama Nikon AF. La D1, come tutte le fotocamere reflex digitali Nikon, poteva montare tutti gli obiettivi precedenti (Nikkor AF.AFS ed AF tipo D, AI e AI modificati, anche se non tutti con autofocus).
Molte delle manopole, dei pulsanti e dei comandi erano in una posizione molto simile alle reflex analogiche così da poter rendere il prodotto immediatamente utilizzabile da chi proveniva dal mondo analogico.
La D1 è dotata di due display a cristalli liquidi che mostravano i dati di scatto: uno sulla parte superiore e uno, più piccolo, nella parte bassa inferiore. Sul retro era presente un monitor a colori dove era possibile, oltre che vedere le foto scattate, modificare le voci dei menù.
In questa fotocamera, come tutte le altre Nikon prodotte per un mercato di fascia alta, non è presente un flash integrato e quindi per chi ne avesse avuto bisogno si dovevano acquistare sistemi flash dedicati. Il sensore era un CCDAPS-C (23,7×15,6mm) da 2,7 MegaPixel. La sensibilità ISO era compresa tra 200 e 1600 e la velocità di scatto andava da 8 secondi a 1/16000 con un sincro flash di 1/500. I file che generava erano TIFF – RAW e JPEG ed erano immagazzinati su schede Compact Flash (uno standard per le fotocamere dell’epoca).
L’interfaccia di trasferimento dei dati al computer era IEEE1394 (comunemente detta Firewire), l’utilizzo di questa tecnologia era ad appannaggio delle apparecchiature più costose e professionali ed era molto veloce rispetto alle connessioni dell’epoca. La D1H uscita nel 2001 aveva una maggiore velocità di scatti sequenziali. La D1X invece aveva il doppio dei MegaPixel (5,47) ma in post produzione, attraverso il software Nikon Capture, si poteva arrivare a 10 MegaPixel attraverso una interpolazione dei dati RAW.
La Nikon Coolpix 990 (famiglia 9xx) è entrata sul mercato nel 1998 al prezzo di 2.5 milioni di lire. La 990 fu annunciata con un comunicato mondiale il 27 Gennaio 2000. Le fotocamere di questa famiglia si differenziavano da tutte le altre per il loro designi girevole, potevano “spezzarsi” a metà e ruotare a 360° permettendo all’operatore inquadrature diverse e una maggiore maneggevolezza sulla macro.
La fotografia macro era uno dei suoi punti di forza in quanto aveva un obiettivo con una minima distanza di messa a fuoco di 2cm. Le prime avevano un sensoreCCD da 1,8 pollici con 2 MegaPixel; mentre la 990 ne aveva uno da 3,34 MegaPixel arrivando ad una risoluzione massima di 2048×1536 Pixel (e una minima di 640×480 Pixel). L’obiettivo era uno Zoom – Nikkor 3x equivalente a 8 – 24 mm con al suo interno un diaframma a iride a 7 lamelle. Esistevano delle lenti aggiuntive opzionali, avvitabili all’obiettivo, come la Wide e la Tele Lens.
La gamma degli ISO era 100 – 200 – 400 e i tempi di scatto compresi tra 8 secondi e 1/1000.
Una curiosità di questa macchina è che aveva anche la possibilità di scattare in Bracketing (cosa che all’epoca era molto rara) i programmi di scatto erano: Auto – Priorità di diaframmi (A) – Priorità di tempi (S) – Manuale (M). Il Bilanciamento del bianco (WB) aveva diversi preset oltre all’Auto: Sole – Tungsteno – Neon – Nuvoloso – Flash. Lo schermo LCD era a cristalli liquidi con tecnologia TFT da 1,8 pollici.
Scattava solo in formato JPG e utilizzava schede Compact Flash per la memorizzazione, il collegamento al computer aveva una doppia opzione: il classico USB o con adattatore seriale RS-232C.
Era alimentata da 4 batterie stilo di tipo AA e le sue dimensioni erano di (LxHxP) 149x79x38mm. Successivamente uscì sul mercato la Nikon Coolpix 995, sua sorella maggiore, che aveva la stessa forma e caratteristiche ma con un tipo di plastica più dura e di migliore qualità, l’abbandono della batterie stilo per una batteria ricaricabile e l’inserimento di un flash POP-UP che permetteva anche la selezione della modalità di riduzione degli occhi rossi.
Caratteristiche: Sensore: CCD da 1,8 pollici – 3,34 MegaPixel – Risoluzione: Max 2048×1536 e Min. 640×480 – Tipo file: JPG Obiettivo: Zoom Nikkor 3x equivalenti a 8 – 24mm (funzione macro) – Minima distanza di messa a fuoco: Macro 2cm – Normale 30cm – Diaframma a iride con 7 lamelle Sensibilità ISO: 100 – 200 – 400 Velocità di scatto: da 8sec a 1/1000 Programmi di scatto: Auto – Priorità di diaframmi (A) – Priorità di tempi (S) – Manuale (M) – Bracketing Bilanciamento del bianco (WB) – Auto – Sole – Tungsteno – Neon – Nuvoloso – Flash Schermo LCD a cristalli liquidi TFT da 1,8 pollici Memoria Compact Flash Collegamento al computer: USB o opzionale seriale RS-232C Batterie 4 stilo AA Dimensioni: LxHxP 149x79x38
La fotografia odontotecnica può essere considerata a tutti gli effetti una foto still life (natura morta) cioè a soggetti non animati. Questo tipo di fotografia ha bisogno di box in cui posizionare il soggetto e diversi sfondi. Un Light Box, comunemente chiamato box, è formato da una “scatola” con pareti che riflettono la luce sul soggetto. Ci sono due doversi tipi di Box: con pareti bianche o argentate e con pareti di un materiale simile alla stoffa di colore bianco latte. I primi possono essere utilizzati con una luce direzionata sulle pareti, così da colpire il soggetto in modo uniforme e diffuso, mentre nei secondi i flash possono essere posizionati all’esterno delle pareti e direzionati verso il soggetto così da avere una luce diretta/diffusa. Nella foto odontotecnica ci possono essere diversi modi diversi di gestione della luce, nello still life, ma non posso dire quale sia il migliore. Io personalemente utilizzo il primo sistema che secondo me dona una migliore qualità al soggetto ed è di più facile utilizzo.
Fotocamere Reflex APS – C consigliate per la fotografia macro dentale:
Una qualunque tra la serie Nikon D7000 (D7000 – D7100 – D7200) per chi desidera una qualità di immagine elevata certamente si dovrà orientare su quella che ha il numero più elevato.
Per la fotografia dentale vanno più che bene fotocamere con sensore APS-C (non formato pieno quindi con la dimensione del sensore più piccola del Full Frame cioè dei famosi 35mm, il sensore sarà trattato in un articolo dedicato dove spiegherò meglio la differenza fra i due tipi di sensori).
Fotocamere Reflex Full Frame – Consigliate per la fotografia dentale
Obiettivi per reflex Nikon per fotografia dentale:
Nikon 85mm f2.8 micro VR DX: https://amzn.to/46bK3Mq(attenzione questo obiettivo come tutti quelli con la dicitura DX è compatibile con fotocamere con sensore APS-C come quelle della serie Nikon D7000 ma se viene montato su sistemi FX quindi fotocamere con sensore Full Frame ci sarà un taglio dell’angolo di campo, funzionerà lo stesso ma bisognerà stare attenti al mirino e all’angolo di campo inquadrato in fase di ripresa).
Nikon Kit R1 (Kit formato da due flash gemellari wireless Nikon SBR-200, un anello adattatore per montaggio su obiettivo e diversi tipi di accessori): https://amzn.to/3sxD1nj
Nikon Kit R1 C1 (Kit formato da un commander Nikon SU 800, due flash gemellari wireless Nikon SBR-200, un anello adattatore per montaggio su obiettivo e diversi tipi di accessori): https://amzn.to/3FYuCwc
Sistema di flash molto simile a quello Nikon ma di marca Meike modello Meike MK-MT24: https://amzn.to/3LTxIo7
Sistema di flash simile a quello Nikon Godox MF12non è fornito di commander che è l’oggetto immediatamente sotto a questo (le batterie sono ricaricabili integrate all’interno dei flash)https://amzn.to/479chsv
Cammonder per flash macro Godox Xpro-N TTL compatibile con Nikon (senza questo commander i flash macro Godox non possono dialogare con la fotocamera quindi è necessario): https://amzn.to/3FUTeWR
Box per “still life” per fotografare modelli, articolatori o qualunque soggetto nella routine quotidiana.
Box fotografico Havox 60x60x60 (molto ampio se si ha bisogno di molto spazio operativo): https://amzn.to/3SWNP9e
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La mia attività mi porta a collaborare in molti ambiti medici come ad esempio la chirurgia. La documentazione in ambito chirurgico è molto importante ma è fondamentale sapere come comportarsi in ambienti sterili e soprattutto cercando di essere il più possibile “invisibili” all’interno del team. La fotografia chirurgica ha molte sfaccettature ma è sicuramente un ottimo mezzo di comunicazione e di tutela medico / legale in caso di controversie.
Per post produzione si intende: operare una serie di tecniche mirate al recupero integrale di un’immagine. La post produzione in ambito medico non è eticamente giusta, ma a volte si può esagerare volontariamente per poter visualizzare alcuni particolari o dettagli che altrimenti non sarebbero visibili. La foto post prodotta, in questo caso, può esaltare particolari del materiale dentale che possono aiutare a mappare più correttamente i denti per avere una maggiore comunicazione con l’odontotecnico.
Utilizzando i flash gemellari con uno strumento chiamato “Bouncer” la luce arriva al soggetto in modo diffuso. Questa tecnica permette di evidenziare maggiormente le caratteristiche, le caratterizzazioni e le forme dei denti così da avere una maggiore e giusta documentazione.