La Nikon Z7 è equipaggiata da un processore di immagini, molto performante, che è il famoso EXPEED arrivato alla 6° generazione.
La Nikon Z7 non brilla particolarmente in velocità infatti arriva a 9fps in RAW.
Il comportato video ha una risoluzione che arriva a 4k a 60p.
Il sistema autofocus a rilevamento di fase a 493 punti, che copre il 90% dell’immagine sia orizzontalmente che verticalmente. Questo rende la Z7 eccellente per i soggetti in rapido movimento.
Troviamo anche una stabilizzazione di immagine 5 assi, che compensa il tremolio della fotocamera ed è un notevole aiuto a mano libera. Essendo un sistema integrato nel corpo macchina vuol dire che è utilizzabile con qualunque obiettivo si utilizzi.
Il corpo della Nikon Z7 è in lega di magnesio e tropicalizzato così da poter resistere alle peggiori situazioni ambientali e di temperatura.
La Nikon Z7 è ideale per i fotografi di paesaggio, ritratti e studio che hanno bisogno di una risoluzione estremamente elevata e di una gamma dinamica. È adatta anche per i creatori di video che cercano filmati 4K di alta qualità. Anche se potrebbe non essere la fotocamera più veloce per lo sport o l’azione, il suo sistema di autofocus è robusto per scopi generali.
Se avete intenzione di acquistare una Z7 potrete cliccare sui seguenti link:
Caratteristiche: Sensore: CMOSFull Frame (36x24mm) 45,7 MegaPixel Sensibilità ISO: da 32 a 102400 Formati file: JPEG – RAW Velocità di scatto: da 30sec a 1/8000 Autofocus con 493 punti di messa a fuoco Registrazione Video fino a 4k – 3840x2160p a 30 FPS Flash non incorporato Schermo da 3,2 pollici articolato Mirino elettronico Memoria 1 slot CF Express Tipo B Batteria ricaricabile agli ioni di litio Nikon EN-EL15c Dimensioni: (LxAxP): 134x101x68mm – Peso: 675g
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La fotografia in ambito dentale ha una notevole importanza, che parte dalla documentazione del caso clinico, passando per il risvolto promozionale, arrivando all’aspetto medico/ legale. Purtroppo il mercato della strumentazione fotografica è molto vasto e, per chi non ha adeguate basi di conoscenza della tecnica, molto complicato. In questo articolo analizzerò la situazione della fotografia oggi, sempre nell’ambito dentale, e cercherò di accompagnare il lettore a comprendere che non è necessario avere l’ultimo ritrovato tecnologico per effettuare delle buone e giuste fotografie, ma che l’importante, invece, è applicare le giuste tecniche matematiche per limitare le variabili e aumentare la velocità e la qualità della documentazione, utilizzando gli apparecchi fotografici come “semplici” strumenti di uso quotidiano.
Nel dentale la fotografia viene utilizzata da lungo tempo, questo è vero, ma da chi? Possiamo sicuramente affermare che chi la utilizzava lo faceva solo per supportare i propri interventi, in qualità di relatore durante conferenze o corsi di formazione, per la sola necessità di documentare adeguatamente la presentazione dei casi più interessanti trattati (Figg. 1, 2).
Quindi non veniva usata molto frequentemente. Però, anche se sto usando il tempo passato, in realtà la situazione attuale non è molto cambiata. Sicuramente l’avvento di smartphone (Fig. 3) sempre più performanti nel comparto fotografico ha aiutato non poco chi voleva scattare “belle” foto senza necessariamente dotarsi di costose apparecchiature e, soprattutto, senza la necessità di approfondire le proprie conoscenze di tecnica fotografica. Allora perché acquistare apparecchiature fotografiche costose? Beh, comunque anche uno smartphone di alta gamma arriva a costare intorno ai duemila euro, quindi credo che nemmeno questi possano essere considerati strumenti economici. Comunque, anche utilizzando uno smartphone, bisogna sempre seguire uno specifico protocollo per le inquadrature da effettuare su ogni paziente (Fig. 4).
Fig. 3: SmartphoneFig. 4: Tre fotografie di un normale protocollo
Chiarito ciò, vorrei in questa sede soffermarmi sulla fotografia attuale in ambito dentale, cercando di fare anche maggiore chiarezza sull’argomento, senza entrare in dissertazioni puramente tecniche che non porterebbero da nessuna parte. Vorrei quindi iniziare innanzitutto con una riflessione: in ogni ambito, sia professionale che sociale o privato, il mondo non sta semplicemente cambiando, ma ormai è totalmente cambiato e le innovazioni tecnologiche sono entrate a pieno titolo nella nostra vita quotidiana.
Per quanto riguarda il privato si è assistito a innovazioni quali il visore 3D (Fig. 5), che fino a qualche anno fa si vedeva al massimo in qualche film di fantascienza, o i numerosi video game sempre più realistici, nei quali non riusciamo più a distinguere la realtà dagli effetti speciali. In ambito dentale, si assiste alla commercializzazione di nuovi strumenti sempre più innovativi, come i più recenti fresatori, le stampanti 3D, gli scanner e i numerosi software per la gestione di questi strumenti. Allora la domanda che sorge spontanea è: “La tecnologia è complicata?” E provo a rispondere: “A mio parere no; quello che è complicato è capirla”. Sembrerebbe un controsenso ma non lo è. Infatti è come se volessimo insegnare a scrivere a un bambino con la più performante e costosa penna in commercio senza fargli capire come tenerla in mano e come utilizzarla. Ecco, con la tecnologia il concetto è analogo; possiamo comprare il più recente, più veloce e più potente computer presente sul mercato che, peraltro, ha un costo elevatissimo, e poi molto probabilmente non saremo in grado di utilizzarlo appieno perché troppo complicato, fino a convincerci di aver sbagliato a comprarlo.
Fig. 5: Visore 3D
Questo è l’errore più frequente che si fa credendo che lo strumento in sé possa funzionare da solo, ma così non è, per cui dovremo imparare a dialogare con esso, come abbiamo imparato a tenere la penna in mano per scrivere. In proposito sento spesso in giro ripetere un concetto che condivido pienamente: “Si, l’avvento della tecnologia digitale è una grandissima innovazione nel dentale, e progredisce costantemente, ma se non si ha una adeguata esperienza al banco non fa miracoli”. Il computer, come qualsiasi altra invenzione che utilizza calcoli matematici complessi, è pur sempre (almeno fino a ora) una macchina che non ha autonomia di pensiero ma è in grado solo di eseguire quanto le viene richiesto, per cui non potrà comprenderci, ma dobbiamo essere noi a comprenderla. Trasferendo questo concetto nello specifico ambito fotografico, possiamo affermare che per fare una foto non è fondamentale avere l’ultimo ritrovato tecnologico a disposizione, ma è importante conoscere i fondamenti della tecnica fotografica, tralasciando inizialmente la qualità dello scatto. Quindi, che si utilizzi una fotocamera reflex oppure una mirrorless, un sensoreFull Frame, uno APS-C o di una grandezza diversa, le regole fondamentali della tecnica fotografica sono le stesse (Fig. 6).
Fig. 6 Fotocamere Reflex e Mirrorless
Ho sempre in mente le parole del Dr. Bengel, che nel 1987 nel suo testo di fotografia dentale disse: “le riprese fotografiche che sono effettuate per documentazione non debbono piacere all’osservatore, ma debbono veicolare il massimo dell’informazione”. Questa frase chiarisce bene il concetto, evidenziando che nell’utilizzo della fotografia per documentare un caso, in studio o in laboratorio, bisogna ottenere la massima informazione possibile, e cioè una scena correttamente illuminata, a fuoco e con piani corretti. Quindi possiamo affermare che per avere una scena a fuoco dobbiamo innanzitutto scegliere un valore di diaframma (lamelle che si aprono e si chiudono all’interno dell’obiettivo) stretto, questo su qualunque fotocamera e con qualsiasi sensore (Fig. 7).
Fig. 7: Diaframmi
Poi va cercata una corretta illuminazione, cioè assicurarsi che tutto il soggetto risulti ben illuminato, utilizzando se necessario la luce del flash, perché nella fotografia dentale l’uso di luci continue (faretti o lampade) comporterebbe poi una difficile gestione del colore, troppo influenzato dalla temperatura della luce, senza trascurare la spesa complessiva elevata anche nei consumi energetici. Quindi il flash è quello che serve nella fotografia dentale, anche perché non dimentichiamo che il colore di un soggetto è influenzato dalla luce che lo colpisce, e la maggior parte dei flash, hanno una temperatura di colore della luce neutra (5500 °K), il che ci aiuta molto in questo settore dove il colore ha la massima importanza (Fig. 8).
Fig. 8: temperaura colore della luce
Durante la mia lunga esperienza di relatore di corsi di formazione, ho spesso dovuto constatare che per i corsisti era piuttosto complicato assimilare la gestione dei flash e soprattutto dei menù interni alla fotocamera, per cui ho cercato di rendere questi concetti il più semplice possibile. Allora ho deciso che la cosa più importante da fare per far comprendere questi due aspetti al meglio, è quella di dedicare molto più tempo, durante ogni corso, all’utilizzo pratico della fotocamera e dei suoi menù. Mi preme comunque precisare che queste mie considerazioni sono dettate solo dalla mia naturale tendenza alla ricerca della perfezione in questo campo, che perseguo da sempre per pura passione.
In questa prospettiva ho effettuato una veloce ricerca sul Web per vedere quanti sono gli studi odontoiatrici e i laboratori odontotecnici censiti in Italia. Gli studi odontoiatrici sono 64.434 al 16 gennaio 2024 e i laboratori odontotecnici erano 15.055 al 24 maggio 2022 (Fig. 9). Non ho una precisa stima di quanti di questi usano la fotografia frequentemente per documentare il loro lavoro, ma sono certo che la percentuale è molto bassa. Questo significa che all’interno del settore dentale, la fotografia non ricopre ancora un ruolo ben definito. Però, ho anche constatato che quei professionisti che la utilizzano in questo ambito, hanno percepito quanto invece sia importante, soprattutto nel facilitare la comunicazione tra clinico e tecnico.
Fig. 9: Studi dentistici e laboratori odontotecnici presenti in Italia
Spesso mi capita di sentire questa frase, che condivido: “La fotografia nel dentale è fondamentale perché mi permette di vedere dettagli che anche ad occhi abituati non vedrei e mi permette anche di analizzare al meglio il lavoro”. Il mio obiettivo, quindi, rimane quello di spiegare i concetti fondamentali della fotografia nel settore dentale con la massima semplicità, non dimenticando però mai la qualità della documentazione scientifica. Sono fortemente convinto che, imparando le regole che portano alla costruzione di una giusta immagine, esse potranno essere applicate a qualunque apparecchiatura fotografica, certo con le differenze date dalla gestione dei menù, diversi a seconda della marca del prodotto utilizzato.
Così facendo non c’è bisogno di sapere con che strumentazione si scatta, ma semplicemente si utilizzerà una tecnica che è possibile adattare a ogni strumentazione. Fortunatamente in questa tipologia di fotografie non abbiamo necessità di curare l’aspetto artistico, e questo la rende non necessariamente “operatore dipendente”. Imparare la tecnica, e di conseguenza la “matematicità” della fotografia (Figg. 10a, 10b), significa ridurre al minimo ogni variabile, ottenendo comunque scatti molto veloci e di qualità.
Rifacendoci all’esempio precedente del bambino che non sa scrivere, possiamo affermare che odontoiatra, igienista, ASO, odontotecnico o qualunque altra figura professionale presente nel team, non dovrà diventare un fotografo e, oltretutto, non avrebbe il tempo per dedicarsi anche alla fotografia, però se gli strumenti fotografici a disposizione saranno utilizzati con la giusta tecnica, essi diventeranno semplicemente un ulteriore strumento di lavoro al pari di un micromotore (Fig. 11).
Fig. 11. la fotografia deve essere uno strumento del lavoro non un problema
Nel dentale la fotografia è importante sia in studio che in laboratorio perché consente di avere una visione globale consentendo di elaborare al meglio il piano di trattamento clinico. In laboratorio la fotografia permette di valutare adeguatamente la tecnica utilizzata e, a mio avviso, di porre una maggiore attenzione ai procedimenti lavorativi, ad esempio la cura dei modelli. Nei due utilizzi, clinico o tecnico, la diversità dell’attrezzatura fotografica riguarda solo l’illuminazione e quindi il tipo di flash da utilizzare. Nello studio si possono utilizzare tranquillamente flash anulari che permettono di avere una luce diretta sul soggetto (Fig. 12).
Fig. 12: Flash anulari
Certo mi si obietterà che un tipo di luce del genere appiattisce l’immagine, e ciò è certamente vero, ma non vuol dire che sia un problema. L’utilizzo di flash gemellari macro (2 o più flash) è utile in ogni situazione, ma particolarmente con l’utilizzo di diffusori (bouncer) inseriti sui flash, consentendo di ottenere una documentazione di un caso “estetico” sul gruppo frontale, superiore e inferiore (Fig. 13).
Fig. 13: Bouncer
L’utilizzo di una luce diffusa, utilizzando i bouncer, permette di far arrivare la luce al soggetto in modo più morbido “inglobando il soggetto” così da poter visualizzare meglio tutte le caratteristiche dentali, come le forme e la morfologia. Anche il colore dei denti è influenzato dal tipo e dalla direzione della luce che lo colpisce e questo è un dato che di solito è di facile comprensione (Fig. 14). In questo articolo non aprirò il discorso colore o presa del colore perché è un discorso troppo ampio che ha bisogno di essere trattato a parte.
Fig. 14: Frontali fotografati con bouncer
Conclusioni
In conclusione, utilizzando la tecnica in modo matematico, non abbiamo bisogno di conoscere il mezzo da utilizzare per poter arrivare al nostro risultato finale, che è sempre la documentazione scientifica dei casi. La fotografia in ambito dentale spesso viene vista come una perdita di tempo che non ha alcuna utilità, tanto da ritenere finanche che con foto o senza foto il lavoro si fa lo stesso. Questa affermazione è letteralmente vera, ma per ottenere una lavorazione ottimale senza trascurare dettagli importanti, la fotografia è essenziale. Infatti, prendendo ad esempio i casi di ortodonzia, nei quali il paziente, attraverso un lungo e fastidioso periodo legato all’uso di diversi apparecchi ortodontici, spesso non ricorda da dove ha iniziato il suo percorso, documentando adeguatamente il caso a ogni visita, può seguirne l’evoluzione fino alla fine del trattamento, verificando così anche la quantità di lavoro svolto per la riabilitazione. Scattare le fotografie solo per provare a vedere cosa succede comporta sicuramente delle inevitabili problematiche e, soprattutto, una inutile perdita di tempo. Scattando invece con la consapevolezza che la fotografia ottimizzerà sicuramente i risultati, si eviteranno inutili perdite di tempo e si otterrà un’ottima documentazione. Quindi cosa significa ottenere una corretta fotografia dentale? Semplicemente avere una fotografia con il soggetto a fuoco e con una luce omogenea che lo colpisce. L’ultima considerazione che mi sento di fare è la condivisione della nota frase di Goethe che dice: “l’occhio vede ciò che la mente conosce”. Infatti, avendo una adeguata conoscenza del proprio lavoro e delle cose importanti da documentare, la fotografia, utilizzata con la giusta tecnica, sarà solo uno strumento che estende l’occhio dell’operatore.
La R5 è una fotocamera professionale che riesce a scattare 20 scatti al secondo in formato RAW a raffica.
Sia per il costo che per il segmento di mercato a cui è orientata, la Canon EOS R5 ha il corpo in lega di magnesio interamente tropicalizzato e infatti il suo ambiente operativo può andare dai 0* ai -40° e con una percentuale di umidità del 85% o meno.
Il sistema autofocus è davvero fenomenale perché oltre ad una grande quantità di punti di messa a fuoco (divisi in 1053 aree di messa a fuoco).
All’interno della fotocamera è presente anche una stabilizzazione dell’immagine a 5 assi che riesce ad arrivare fino a 8 stop di correzione.
I pregi della Canon EOS R5 sono tanti ma soprattutto in ambito video. Permette di registrare video fino ad una risoluzione di 8K (8192x4320p) con una resa eccezionale, a detta di chi la ha utilizzata. Sempre da chi la ha utilizzata, o la utilizza ancora, arriva una “critica”, tende a riscaldarsi molto in fase di registrazione dei video in 8K.
Se avete intenzione di acquistare una EOS R5 potrete cliccare sui seguenti link:
Caratteristiche: Sensore:CMOSFull Frame (36x24mm) 45 MegaPixel Sensibilità ISO: da 100 a 51200 (estendibile a 102400) Formati file: JPEG – RAW Velocità di scatto: da 30sec a 18000 Autofocus con 1053 aree di messa a fuoco Registrazione Video fino a 8K – 8192x4320p a 30 FPS Flash non incorporato Schermo da 3,2 pollici articolato e touchscreen Mirino elettronico Memoria 1 slot CF Express Tipo B e 1 slot per SD UHS-II Batteria ricaricabile agli ioni di litio Canon LP-E6NH Dimensioni: (LxAxP): 138x97x88mm – Peso: 740g
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Ha un sensoreCMOS in formato Full Frame (36 x 24mm) da 45,7 MegaPixel. La Nikon Z8 è equipaggiata di un processore di immagini di ultimissima generazione, molto performante, che è il famoso EXPEED arrivato alla 7 generazione.
Il comparto software è molto simile alla sorella maggiore Nikon Z9 da cui prende la maggior parte delle funzioni.
Indicata ad un mercato professionale la Nikon Z8 ha tutto ciò che serve per ogni situazione di ripresa, come ad esempio lo scatto a raffica molto veloce. La raffica può essere, alla massima risoluzione, di 30fps in RAW mentre si può arrivare a 120fps con risoluzione di 11 MegaPixel.
Il comportato video, come di solito avviene nella maggior parte delle mirrorless, è ottimo tanto da registrare video a 8k a 30p o 4k a 120p.
Il corpo della Nikon Z8 è in lega di magnesio e tropicalizzato così da poter resistere alle peggiori situazioni ambientali e di temperatura, una cosa che secondo me è molto importante per una fotocamera di fascia così alta è l’impugnatura verticale.
La Nikon Z8 è ideale per la fotografia di sport, fauna selvatica, ritratti ed eventi, nonché per la videografia, grazie alla sua alta risoluzione, velocità di scatto veloce e funzionalità avanzate di messa a fuoco automatica. Combina prestazioni simili allo Z9 ma con un corpo macchina più compatto.
Se avete intenzione di acquistare una Z8 potrete cliccare sui seguenti link:
Caratteristiche: Sensore:CMOSFull Frame (36x24mm) 45,7 MegaPixel Sensibilità ISO: da 32 a 102400 Formati file: JPEG – RAW Velocità di scatto: da 900sec a 1/32000 Registrazione Video fino a 8k – 7680x4320p a 60 FPS Flash non incorporato Schermo da 3,2 pollici articolato e touchscreen Mirino elettronico Memoria 1 slot CF Express Tipo B e 1 per SDXC Batteria ricaricabile agli ioni di litio Nikon EN-EL15c Dimensioni: (LxAxP): 144x119x83mm – Peso: 910g
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La R3 è una fotocamera professionale dalle spiccate doti sportive anche perché riesce a scattare 30 scatti al secondo in formato RAW a raffica. Oltre allo sport, la attuale (2024) ammiraglia della Canon, consente di realizzare scatti sempre di grande qualità in tutti i settori professionali come quello giornalistico e naturalistico.
Come si può immaginare, per il costo e per il segmento di mercato a cui è orientata, la Canon EOS R3 ha il corpo in lega di magnesio interamente tropicalizzato e infatti il suo ambiente operativo può andare dai 0° ai -40° e con una percentuale di umidità del 85% o meno. Il corpo ha anche l’impugnatura verticale incorporata per una migliore gestione durante la ripresa del ritratto.
Il sistema autofocus è davvero fenomenale perché oltre ad una grande quantità di punti di messa a fuoco (divisi in 1053 aree di messa a fuoco) la Canon ha creato un sistema chiamato Eye Control AF. Questo sistema permette di inquadrare i punti di messa a fuoco dei soggetti da inseguire mentre il fotografo li segue con lo sguardo.
Devo dire da “vecchio e nostalgico” fotografo che questo sistema è davvero fantascientifico e che porta a fotografia ad un livello davvero impressionante.
Se avete intenzione di acquistare una EOS R3 potrete cliccare sui seguenti link:
Caratteristiche: Sensore:CMOSFull Frame (36x24mm) 24,1 MegaPixel Sensibilità ISO: da 50 a 102400 Formati file: JPEG – RAW Velocità di scatto: da 30sec a 1/64000 Autofocus con 1053 aree di messa a fuoco (con sistema Canon Eye Control AF) Registrazione Video fino a 6k – 6000x3164p a 60 FPS Flash non incorporato Schermo da 3,2 pollici articolato e touchscreen Mirino elettronico Memoria 1 slot CF Express Tipo B e 1 slot per SD UHS-II Batteria ricaricabile agli ioni di litio Canon LP-E19 Dimensioni: (LxAxP): 150x143x87mm – Peso: 1015g
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Ha un sensoreCMOS in formato Full Frame (36 x 24mm) da 45,7 MegaPixel. La Nikon Z9 è equipaggiata di un processore di immagini di ultimissima generazione, molto performante, che è il famoso EXPEED arrivato alla 7 generazione.
Il sistema autofocus, oltre alle grandi performance adatte ad una fotocamera di fascia alta come la Z9, ha 493 punti di messa a fuoco con l’Intelligenza Artificiale che rileva il soggetto riconoscendo persone, animali, veicoli ed altro.
Essendo una ammiraglia e indicata ad un mercato professionale la Nikon Z9 ha tutto ciò che serve per ogni situazione di ripresa, come ad esempio lo scatto a raffica molto veloce. La raffica può essere, alla massima risoluzione, di 20fps in RAW mentre si può arrivare a 120fps con risoluzione di 11 MegaPixel.
Il comportato video, come di solito avviene nella maggior parte delle mirrorless, è ottimo tanto da registrare video a 8k a 30p o 4k a 120p.
Il corpo della Nikon Z9 è in lega di magnesio e tropicalizzato così da poter resistere alle peggiori situazioni ambientali e di temperatura, una cosa che secondo me è molto importante per una fotocamera di fascia così alta è l’impugnatura verticale.
La Nikon Z9 è ideale per una vasta gamma di applicazioni professionali, tra cui fotografia sportiva e naturalistica, lavori di ritratti e moda e produzione di video di fascia alta. La sua miscela di imaging ad alta risoluzione, velocità di ripresa rapida e funzionalità video avanzate lo rendono una delle fotocamere più versatili sul mercato.
La Z9 ha ricevuto diversi premi tutti nel 2022: TIPA WORLD AWARDS, Camera GP Japan come fotocamera dell’anno, Camera GP Japan come la fotocamera più apprezzata dal pubblico, IF Design Award e RedDot Award.
Se avete intenzione di acquistare una Z9 potrete cliccare sui seguenti link:
Caratteristiche: Sensore:CMOSFull Frame (36x24mm) 45,7 MegaPixel Sensibilità ISO: da 32 a 102400 Formati file: JPEG – RAW Velocità di scatto: da 900sec a 1/32000 Autofocus con 493 punti di messa a fuoco Registrazione Video fino a 8k – 7680x4320p a 60 FPS Flash non incorporato Schermo da 3,2 pollici articolato Mirino elettronico Memoria 2 slot CF Express Tipo B Batteria ricaricabile agli ioni di litio Nikon EN-EL18d Dimensioni: (LxAxP): 149x149x90mm – Peso: 1340g
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Il termine Mirrorless in se significa “Senza Specchio” e si riferisce ad un tipo di fotocamere che ormai sono lo standard del mercato fotografico moderno. Le fotocamere mirrorless sono un tipo di fotocamera digitale che non dispone di uno specchio interno, a differenza delle fotocamere reflex. Questo permette alle fotocamere mirrorless di essere più compatte e leggere rispetto alle reflex, mantenendo comunque una qualità dell’immagine molto alta, spesso comparabile o addirittura superiore a quella delle reflex.
Caratteristiche principali delle fotocamere mirrorless: 1. Mancanza di specchio e pentaprisma: Le fotocamere mirrorless non hanno uno specchio interno che riflette la luce verso il mirino ottico. Questo consente di ridurre le dimensioni e il peso del corpo macchina.
2. Mirino elettronico (EVF): Al posto del mirino ottico, le mirrorless utilizzano un mirino elettronico o lo schermo LCD per inquadrare l’immagine. Il mirino elettronico offre spesso funzioni avanzate come la visualizzazione dell’istogramma, della profondità di campo e della simulazione dell’esposizione (le mirrorless più economiche di solito non hanno il mirino ma solo lo schermo LCD posteriore).
3. Autofocus avanzato: Le mirrorless utilizzano sistemi di autofocus basati sul sensore, che spesso offrono una messa a fuoco rapida e precisa, anche durante la registrazione di video.
4. Compattezza: Senza il bisogno di ospitare lo specchio, le fotocamere mirrorless sono generalmente più compatte e leggere, il che le rende più portatili e comode da trasportare.
5. Ottiche intercambiabili: Come le reflex, le fotocamere mirrorless permettono di cambiare obiettivo, offrendo una vasta gamma di opzioni per diversi tipi di fotografia, dal grandangolo ai teleobiettivi.
6. Qualità dell’immagine: Grazie ai sensori di grande formato (APS-C, full-frame o anche medio formato), questo tipo di fotocamere offrono una qualità dell’immagine elevata, con ottime prestazioni in condizioni di scarsa illuminazione e una buona gamma dinamica.
Nikon Z9Canon R6 Mark IISony Alpha 7 IVFujiFilm X-T5Pentax K1 IIOlympus OM – D10Leica M10
Meglio una fotocamera Mirrorless o una Reflex? Ci si trova spesso davanti ad una domanda che nasce spontanea, meglio una fotocamera reflex o una mirrorless?
Quando mi trovo in un tipo di discussione del genere (io sono molto pacifico di solito) non do una mia idea ma dico semplicemente che bisogna guardare il tipo di utilizzo che si dovrà fare.
In questo momento storico il mercato delle fotocamere e le aziende produttrici (che hanno fatto anche ingenti investimenti) hanno virato fortemente verso le fotocamere mirrorless.
Io, sinceramente, sono legato fortemente alle fotocamere reflex ma questo non significa che secondo me le mirrorless non siano ottime fotocamere anzi. Se vogliamo possiamo dire che io sono un “vecchio” fotoamatore a cui piace ancora la sensazione del tenere in mano un apparecchio “pesante” e sentire ad ogni scatto quel suono familiare dello specchio e dell’otturatore.
Conclusione In conclusione la scelta sta a voi e al vostro tipo di utilizzo della fotografia e credo fortemente ad una cosa: “si può avere anche la penna più costosa al mondo ma se non si sa scrivere non si va da nessuna parte”.
Mi sono fatto mille volte una domanda del genere “Perché l’immagine è capovolta entrando nella fotocamera?” ma non avevo esperienza, adesso un pochettino ne ho e quindi nel rispondere a me stesso rispondo anche a chiunque si sia fatto una domanda del genere.
L’immagine fotografica è vede capovolta entrando nella fotocamera, questo fenomeno si basa sul principio che i raggi luminosi provenienti da un oggetto fortemente illuminato, passando per una piccola apertura, si incrociano e, proiettandosi su uno schermo piano, formeranno un’immagine rovesciata e invertita dell’oggetto in questione.
Questa è una caratteristica fondamentale dell’ottica e avviene in tutti i sistemi che utilizzano lenti convergenti per formare un’immagine.
Ecco come funziona:
1. Passaggio della luce attraverso l’obiettivo: Quando la luce proveniente da un oggetto entra nell’obiettivo della fotocamera, attraversa le lenti. Le lenti convergenti, che costituiscono l’obiettivo, curvano i raggi luminosi verso un punto di convergenza.
2. Formazione dell’immagine: Dopo aver attraversato l’obiettivo, i raggi di luce si incrociano. I raggi di luce che provengono dalla parte superiore dell’oggetto sono diretti verso la parte inferiore del piano dell’immagine (che può essere una pellicola fotografica o un sensore digitale), mentre i raggi che provengono dalla parte inferiore dell’oggetto sono diretti verso la parte superiore del piano dell’immagine. Di conseguenza, l’immagine che si forma è capovolta rispetto all’oggetto originale.
Immagine in ingresso nella fotocamera, dopo i diaframmi, prima di arrivare allo specchio Immagine come visibile nel mirino e nello scatto
3. Inversione dell’immagine: Nella fotografia tradizionale su pellicola, questa immagine capovolta viene impressa direttamente sulla pellicola. Successivamente, nel processo di stampa, l’immagine viene nuovamente capovolta per apparire dritta sulla fotografia finale. Nel caso delle fotocamere digitali, il software della fotocamera corregge automaticamente l’immagine capovolta, mostrandola diritta sul display.
Il modello si chiama con più precisione Sony Alpha SLT 77. SLT sta Single Lens Translucent, una tecnologia proprietaria della Sony. Le fotocamere con tecnologia SLT, impiegano uno specchio, un mirino elettronico e un sistema di autofocus a rilevamento di fase (un sensore permette di avere un autofocus continuo anche in fase di registrazione video).
Lo schermo posteriore è da 3 pollici ad alta risoluzione e articolato.
La Sony Alpha 77 ha una stabilizzazione di immagine “on camera” chiamato Sony Super Steady Shot. Questo tipo di stabilizzazione, che è presente sul sensore, è possibile utilizzarla con qualunque tipo di obiettivo.
Il sistema Autofocus è stato notevolmente migliorato portando i punti di messa a fuoco da 15 (delle sorelle minori) a 19 e 11 a croce.
La Sony Alpha 77 è stata ben considerata per la sua combinazione di velocità, qualità dell’immagine e funzionalità avanzate, rendendolo uno strumento versatile per i fotografi.
Caratteristiche: Sensore: CMOSAPS-C (23,4×15,6mm fattore di Crop 1,5x) 24,3 MegaPixel File: RAW e JPG Video: 1920x1080i 60 FPS Sensibilità ISO: da 100 a 25600 Velocità di scatto: da 30sec a 1/4000 Sistema autofocus con 19 punti di messa a fuoco con 11 a croce Flash incorporato Pop-Up Schermo da 3 pollici articolato Mirino ottico con copertura del 100% Memoria SD – SDHC – SDXC Batteria ricaricabile – Corpo tropicalizzato Dimensioni: (LxAxP): 143x104x81mm – Peso: 732g
Il modello si chiama con più precisione Sony Alpha SLT 68. SLT sta Single Lens Translucent, una tecnologia proprietaria della Sony. Le fotocamere con tecnologia SLT, impiegano uno specchio, un mirino elettronico e un sistema di autofocus a rilevamento di fase (un sensore permette di avere un autofocus continuo anche in fase di registrazione video).
Lo schermo posteriore è da 2,7 pollici ad alta risoluzione e articolato.
La Sony Alpha 68 ha una stabilizzazione di immagine “on camera” chiamato Sony Super Steady Shot. Questo tipo di stabilizzazione, che è presente sul sensore, è possibile utilizzarla con qualunque tipo di obiettivo.
Il sistema Autofocus è stato notevolmente migliorato portando i punti di messa a fuoco da 15 (delle sorelle minori) a 79.
La Sony Alpha 68 ha un corpo compatto e leggero, con un design simile ad altri modelli Alpha. È dotato di una corporatura solida, con una presa confortevole e un layout di controllo intuitivo. La fotocamera ha anche una modalità dedicata, pulsanti di funzione e un pannello di visualizzazione superiore per un accesso rapido alle impostazioni.
Caratteristiche: Sensore: CMOSAPS-C (23,4×15,6mm fattore di Crop 1,5x) 24 MegaPixel File: RAW e JPG Video: 1920x1080p 30 FPS Sensibilità ISO: da 100 a 25600 Velocità di scatto: da 30sec a 1/4000 Sistema autofocus con 79 punti di messa a fuoco Flash incorporato Pop-Up Schermo da 2,7 pollici articolato Mirino ottico con copertura del 100% Memoria SD – SDHC – SDXC Batteria ricaricabile Dimensioni: (LxAxP): 143x104x81mm – Peso: 690g