Sensibilità ISO

In questo articolo vi parlerò della sensibilità ISO, di cosa significa e come utilizzarla.

Cosa avviene quando scattiamo

Facciamo un veloce riepilogo su cosa avviene nel momento in cui premiamo il pulsante di scatto. La luce entra nel obiettivo, passa attraverso il diaframma, arriva allo specchio (che ci permette di vedere nel mirino quello che stiamo inquadrando), al momento dello scatto lo specchio si alza e fa passare la luce fino ad arrivare al materiale fotosensibile.

Fotografia analogica

Perché ho detto materiale fotosensibile? Perché agli albori della fotografia c’erano le lastre, chimicamente trattate, poi sono arrivate le pellicole ed ora il sensore ma il percorso che fa la luce è sempre lo stesso. In analogico (con le pellicole) si parlava di sensibilità ASA cioè in base alle condizioni di luce si sceglieva la sensibilità. Cerchiamo di semplificare il concetto di “sensibilità alla luce”. Potremo dire che le pellicole sono formate da grani d’argento. Se questi grani sono piccoli (ad es. ASA 100) la pellicola sarà poco sensibile e quindi potrà essere utilizzata con una luce diurna ed adeguata. Al contrario se ci troviamo con una pellicola con grani d’argento grandi (es. ASA 400) essa sarà più sensibile alla luce e quindi si potrà scattare in condizioni di scarsa luminosità.

Cosa succede in fotografia quando scegliamo un valore diverso

Ok fin qui tutto chiaro, almeno spero :), ma cosa succede oltre a questo scegliendo una sensibilità diversa? Con un numero di ASA più basso avremo una qualità della foto maggiore, quando utilizziamo una pellicola più sensibile troveremo una grana all’interno dell’immagine (dovuta alle maggiori dimensioni dei grani d’argento). Bene ho fatto questa premessa analogica così da poter spiegare più facilmente il concetto sul sensore digitale.

Fotografia digitale

Il sensore è un chip informatico fotosensibile che permette di catturare la luce e tramite un sistema di conversione analogico-digitale (dalla luce analogica in linguaggio informatico) di creare un file dell’immagine scattata, o meglio ancora, catturata. Essendo un chip per funzionare ha bisogno di essere elettrificato. Sempre semplificando tantissimo, potremo dire che se abbiamo più corrente elettrica più il sensore tenderà a riscaldarsi e a creare artefatti nell’immagine finale. Probabilmente leggendo una cosa del genere gli ingegneri che hanno sviluppato i sensori staranno pensando “Ma che cavolo sta dicendo”, 🙂 lo ripeto: i concetti, da me espressi, sono semplicemente una voglia di rendere comprensibile a tutti dei concetti che possono sembrare ostici.

Tornando alla nostra sensibilità ISO vi faccio vedere alcune immagini che vi fanno capire questi concetti più di mille parole. Quindi ricapitolando: con valori di ISO bassi (100 o anche meno su alcune fotocamere) avremo una qualità fotografica buona, alzando il valore della sensibilità ISO (oltre i 400 – 800) avremo una fotografia con la presenza di rumore digitale. Nell’era analogica la grana presente nelle immagini, scattate con pellicole molto sensibili, era un effetto anche artistico e ricercato. Mentre nel digitale aumentando il valore della sensibilità ISO ci troveremo davanti a macchie, sulla fotografia, irregolari e anche una colorazione della scena differente. Fotocamere di alta qualità (e considerevole costo) hanno un sensore di qualità superiore e possono scattare anche con una sensibilità ISO molto elevata ma avere poco rumore. Io cerco di non andare oltre gli 800 ISO e con macchine datate non mi spingo oltre i 400 ISO.

Concludendo possiamo dire che più scattiamo con valori di sensibilità ISO bassi è la fotografia avrà più qualità e se abbiamo bisogno di alzare il valore della sensibilità ISO non dovremo andare oltre gli 800 a meno che non abbiamo una fotocamere molto performante.

Se avete bisogno di qualche consiglio sugli acquisti potrete visistare questo articolo

www.fotomedica.it